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Praticare sport aiuta a migliorare l’elasticità del cervello

Da uno studio italiano arriva la scoperta e la dimostrazione che lo sport incide positivamente sull'elasticità mentale degli adulti.

Praticare sport aiuta a migliorare l’elasticità del cervello

Uno studio italiano realizzato dalla Dott.ssa Claudia Lunghi, neuroscienziata presso l’Università di Pisa e da Alessandro Sale, ricercatore presso l’Istituto di Neuroscienze del CNR di Pisa, rivela che lo sport incide positivamente anche sul nostro cervello.

La ricerca, che è appena stata pubblicata sulla rivista Current Biology, ha analizzato in particolare gli effetti di un’ora di cyclette sulla neuroplasticità, in particolare della corteccia visiva, nei soggetti adulti. È stato valutato come guardare ad esempio la tv con un occhio bendato e contemporaneamente praticando un’attività aerobica da camera, alternando 10 minuti di pedalata con 10 minuti di riposo, aumentava la plasticità visiva in modo misurabile fino a 2 ore.

Chi aveva svolto attività fisica presentava, rispetto a chi era rimasto seduto in poltrona, il fenomeno della “rivalità binoculare” in modo molto accentuato. Si tratta di un fenomeno legato alla nostra percezione delle immagini come derivanti dall’unione degli stimoli su entrambi gli occhi. In pratica le colonne di dominanza oculare, cioè le zone in cui per ciascun occhio arriva lo stimolo, vengono unite dal cervello per dare un’immagine unica tridimensionale che varia in profondità.

Giocando su questo meccanismo gli scienziati hanno riprodotto la correzione della “ambliopia”, ovvero di quel fenomeno per cui (i bambini più che altro) hanno un occhio pigro ovvero una dominanza di utilizzo di un occhio rispetto all’altro. Prima che si stabilizzi una condizione di ridotta acuità visiva bisogna intervenire bendando l’occhio dominante in modo che l’altro riesca a produrre una correzione che poi rimane nel tempo.

Si è quindi visto con gli esperimenti eseguiti, che la stessa plasticità visiva che si attua nel momento della correzione si manifesta temporaneamente anche nei soggetti adulti durante l’attività fisica. Questo perché durante lo sforzo diminuisce la concentrazione del neurotrasmettitore inibitorio del sistema nervoso centrale, chiamato GABA (acido γ-amminobutirrico). Gli autori dello studio spiegano che:

L’esercizio fisico è particolarmente interessante per la sua potenziale applicazione alla clinica, benché fin qui vi sia stata una mancanza di evidenze sperimentali che l’esercizio fisico promuova la plasticità visiva nell’uomo.

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