Greenstyle Benessere Salute Lavarsi le mani: 6 regole per ridurre del 40% rischio contagi

Lavarsi le mani: 6 regole per ridurre del 40% rischio contagi

Le 6 regole del Ministero della Salute, fondamentali per una corretta igiene delle mani, al fine di ridurre del 40% il rischio di infezioni.

Lavarsi le mani: 6 regole per ridurre del 40% rischio contagi

Fonte immagine: offthelefteye

In occasione della Giornata mondiale per l’igiene delle mani, che si svolge dall’anno scorso il 5 maggio, il Ministero della Salute, che aderisce all’iniziativa, ha diffuso le 6 regole fondamentali che possono garantire una corretta igiene delle nostre mani, importante per diminuire i contagi soprattutto a livello ospedaliero. Il ministro Beatrice Lorenzin infatti spiega che:

Una corretta igiene delle mani è fondamentale per gli operatori sanitari perché contribuisce in maniera importante a ridurre la diffusione delle infezioni ospedaliere. Le mani sono un ricettacolo di germi: circa il 20% è rappresentato da microrganismi non patogeni, che risiedono normalmente sulla cute senza creare danni.

A questi possono aggiungersi però virus e batteri che circolano nell’aria o con cui veniamo in contatto in diverse occasioni. Una corretta igiene delle mani è fondamentale per gli operatori sanitari perché riduce la diffusione delle infezioni ospedaliere.

Ecco che per medici e infermieri che operano a contatto con il paziente è spesso davvero di “vitale” importanza lavarsi accuratamente le mani prima del contatto con il soggetto; prima di ogni manovra asettica; dopo l’esposizione ad un liquido biologico; dopo il contatto con il paziente e anche dopo il contatto con ciò che vi sta attorno. Questo per proteggere paziente, operatore stesso e ambiente sanitario nei confronti di germi patogeni.

Cosa vuol dire però lavarsi bene le mani? Si tratta di un gesto che facciamo più volte al giorno, ma spesso in velocità e in modo superficiale, senza capire che farlo così lo rende per lo più inefficiente. Il Ministero della Salute consiglia di seguire 6 semplici, ma precise regole, sostenute anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dal Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie di Atlanta.

Regole che possono garantire un’igiene completa delle proprie mani e in questo modo ridurre anche del 40% il rischio di contrarre infezioni, a partire proprio dalle influenze di stagione:

    Opuscolo come lavarsi le mani
    Fonte: Ministero della Salute
  1. Utilizzare sapone liquido – rispetto al panetto di sapone è più igienico. Nel secondo possono rimanere tracce di batteri dall’uso precedente.
  2. Il lavaggio – il sapone va applicato su entrambi i palmi delle mani. Per 40-60 secondi bisogna strofinare dorso, dita, spazi tra le dita e sotto le unghie (dove possono più facilmente annidarsi batteri), eventualmente aiutandosi con una spazzolina per unghie.
  3. Risciacquo – bisogna quindi risciacquare abbondantemente con acqua corrente preferibilmente calda, per eliminare qualsiasi residuo di sapone che potrebbe dare origine a parti appiccicose dove i germi restano intrappolati con più facilità.
  4. Asciugatura – è bene asciugare le mani con carta usa e getta, ma se si vuole essere più green va bene anche il getto di aria calda o un asciugamano pulito ad uso personale.
  5. Chiudere i rubinetti – operazione che è meglio fare con la carta che è stata usata per asciugarsi le mani o comunque senza contatto diretto, per evitare di raccogliere di nuovo altri germi. Questo ovviamente soprattutto quando si è fuori casa e per essere sicuri di avere un’igiene al 100%.
  6. Idratazione – lavaggi troppo frequenti, per lo più con acqua calda, possono risultare aggressivi nei confronti della nostra pelle, soprattutto nella stagione fredda, quando all’effetto disidratazione si aggiungono il freddo e il vento. Meglio quindi dopo il lavaggio applicare una soluzione idratante, magari naturale, per proteggerla.

Le informazioni riportate su GreenStyle sono di natura generale e non possono essere utilizzate per formulare indagini cliniche, non devono essere considerate come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento, l’assunzione o la sospensione di un farmaco , non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico generico, di uno specialista , di un dietologo o di un fisioterapista. L’utilizzo di tali informazioni e’ sotto la responsabilita’, il controllo e la discrezione unica dell’utente. Il sito non e’ in alcun caso responsabile del contenuto, delle informazioni, dei prodotti e dei servizi offerti dai siti ai quali greenstyle.it puo’ rimandare con link.

Seguici anche sui canali social

Ti potrebbe interessare

PFOA: cos’è, dove si trova e rischi per la salute
Salute

Il PFOA, o acido perfluoroottanoico, è un composto chimico utilizzato nella produzione di vari prodotti di consumo, in primis, i rivestimenti antiaderenti di pentole e padelle ed i tessuti impermeabili. Può contaminare l’acqua, il suolo e l’aria, e comportare rischi per la salute umana – grazie anche alla capacità che ha di permanere a lungo dopo il rilascio – dovuti alla correlazione esistente tra tale sostanza e il cancro nell’uomo.