Il caolino è un minerale noto da diversi secoli che, negli ultimi anni, sta assumendo sempre più rilevanza all’interno dell’agricoltura biologica. È infatti utile per rinforzare le piante, migliorare il loro metabolismo e prevenire l’infestazione da parte di alcuni parassiti particolarmente dannosi per le coltivazioni. Ma a cosa serve il caolino nel dettaglio e, soprattutto, come si usa nell’orto e in giardino?
Come consuetudine, anche quando si fa ricorso a rimedi naturali per la manutenzione delle aree verdi bisogna sempre prestare una certa attenzione.
È infatti necessario non solo impiegare le dosi corrette, ma anche verificare la compatibilità delle varietà coltivate con l’uso di prodotti come appunto il caolino. Per questa ragione, prima di cominciare a utilizzarlo è sempre utile chiedere un parere al proprio fornitore di prodotti di botanica di fiducia.
Di seguito, tutte le informazioni utili.
Con il termine caolino si indica una roccia clastica o detritica di origine orientale, composto da caolinite: quest’ultimo è un silicato derivato dall’argilla. Il minerale si presenta sotto forma di polvere molto morbida, di colorazione bianca – anche se in natura si trovano giacimenti gialli o arancioni, per la presenza di ossidi di ferro – e dall’elevata malleabilità.
Sembra che il caolino fosse già noto in Cina ai tempi della Dinastia Tang, tra il 618 e il 907 d.C., dove nella regione dello Jingdezhen si era avviato un fiorente commercio di ceramiche. Non a caso, la parola “caolino” deriverebbe proprio dal cinese “Gaoling”, colline alte, riferimento ai giacimenti del minerale che risultavano molto abbondanti in queste zone.
Il primo giacimento europeo è invece stato rinvenuto nel 1709 da Johan Friedrich Böttger: grazie a questa scoperta, fu ottimizzata la ricetta per la porcellana.
Poiché abbastanza economico e abbondante – oggi se ne rilevano giacimenti pressoché in tutto il mondo, in particolare in Europa e in Asia – il caolino è stato impiegato per la produzione di diversi materiali di uso molto comune:
È quindi evidente come questa sostanza sia davvero versatile, tanto da trovare applicazione in ambiti fra di loro così diversi. E si tratta di un minerale anche decisamente economico, rispetto ad altri prodotti o soluzioni chimiche pensate per gli stessi scopi: un chilogrammo di caolino costa, in media, circa 5 euro.
Ma come si usa il caolino in agricoltura? Quali sono i vantaggi dell’impiego di questo materiale e, soprattutto, quali sono le sue peculiarità che ne hanno permesso l’utilizzo nel rigido disciplinare dell’agricoltura biologica?
Come già accennato, il caolino è un minerale dal costo contenuto e dalle più svariate applicazioni: dalla produzione di ceramiche all’industria alimentare, passando per tanti altri usi ancora. Ma a cosa serve in agricoltura?
Questo minerale viene solitamente impiegato per tre diversi scopi sui campi coltivati:
Il caolino è un alleato certamente utile per una grande quantità di coltivazioni, ma si rivela maggiormente efficace per viti, i già citati olivi e gli agrumi. Ma come si utilizza su queste piante e ogni quanto deve essere applicato?
Il minerale, come già accennato disponibile sul mercato in polvere, viene distribuito sulle parti aeree di queste piante. Nella fase di pieno ciclo vitale della coltivazione, quindi in primavera e in estate, l’operazione deve essere ripetuta all’incirca ogni 10 giorni.
Tuttavia, è facile capire quando il trattamento si renda necessario: il caolino lascia infatti uno strato bianco su foglie e rami, quando viene assorbito – e quindi riappare il classico verde originario delle piante – si dovrà ripetere l’operazione.
In inverno, o comunque in ogni fase meno attiva della pianta, la distribuzione del prezioso minerale può avvenire anche ogni 20 giorni o, se non vi sono infestazioni parassitarie da trattare, anche una volta al mese.
Se invece si vuole utilizzare il minerale come antiparassitario, ad esempio per la contenzione della pericolosa mosca bianca dell’ulivo, il trattamento è leggermente diverso. Oltre a impiegare il caolino puro, infatti, è possibile diluirlo in acqua e spruzzarlo direttamente sulle parti aree delle piante.
Oltre che per le già citate mosca bianca dell’ulivo e contro la Xylella, il caolino potrebbe essere utile anche per la contenzione di:
Al momento, non sono ancora noti appieno tutti i meccanismi dell’efficacia di questo minerale. In linea generale, si pensa che la colorazione bianca che il caolino rilascia sulle foglie possa confondere gli insetti, che non sarebbero quindi più in grado di riconoscere le loro piante preferite.
Allo stesso modo, la sostanza potrebbe coprire alcune note olfattive – non sempre riconoscibili dall’uomo – che gli stessi parassiti sfruttano per identificare le coltivazioni.
Infine, il caolino è ampiamente utilizzato anche per le gestione delle coltivazioni di pomodoro. Il minerale si rivela utile non solo per proteggere la pianta dagli attacchi di eventuali parassiti, ma anche come soluzione per ridurre i danni dei raggi solari.
Durante i giorni più afosi dell’estate, infatti, uno strato di caolino aiuta a ridurre l’esposizione alla radiazione ultravioletta del sole – anche del 70% – proteggendo sia le foglie del pomodoro che i suoi frutti.
Caolino e zeolite sono due minerali che vengono vengono utilizzati in concerto, soprattutto all’interno dei dettami dell’agricoltura biologica. Ma quali sono le principali differenze fra queste due sostanze?
Nessuna di queste sostanze presenta dei profili preoccupanti né per l’uomo né per l’ambiente, considerando anche come la loro origine sia completamente naturale. Il caolino, in particolare, è un minerale completamente inerte: può essere utilizzato in piena sicurezza dall’uomo, non contamina i terreni né le falde acquifere e, inoltre, non ha alcun effetto dannoso sulla fauna selvatica.
Ed è proprio per questa sicurezza che il caolino ha trovato ampio ricorso nell’agricoltura rigenerativa, dove l’attenzione per il rispetto degli ambienti e degli ecosistemi è massima.
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