Gerbera
La gerbera è una delle piante ornamentali più amate, per via dei suoi coloratissimi fiori capaci di rendere più gioiosi balconi e giardini. Tra le varietà più richieste per la primavera e l’estate, questo fiore spopola su tutto lo Stivale. Eppure molti preferiscono semplicemente accontentarsi di mazzi recisi di splendide gerbere, quando potrebbe essere più semplice e appagante coltivarle in autonomia.
Ma come avviene la coltivazione della pianta e, soprattutto, come curarla nel tempo?
Prima di lanciarsi nella coltivazione delle gerbere è utile chiedere un parere al proprio fornitore di prodotti di botanica di fiducia. È infatti necessario verificare che la zona in cui si risiede possa garantire tutte le condizioni climatiche di cui la pianta necessita per la sua crescita rigogliosa.
Con il termine Gerbera si identifica una pianta ornamentale appartenente alla famiglia delle Asteraceae, di cui fanno parte anche il girasole, il fiordaliso o il tarassaco. Oggi coltivata in tutto il mondo, sembra che la gerbera abbia avuto origine in climi miti tendenti al caldo, come quello dell’Africa, dell’Asia e del Sudamerica. La pianta ha saputo però adattarsi perfettamente anche a un clima mediterraneo, come quello italiano, dove cresce rigogliosa in ogni località dello Stivale.
La pianta, divenuta molto ricercata in Europa solo a partire dal 1800, viene anche comunemente chiamata “margherita colorata”. Questo perché la sua forma ricorda da vicino proprio quella di una margherita, anche se le dimensioni sono decisamente diverse così come le tonalità dei fiori.
La gerbera si caratterizza per un portamento erbaceo e a tratti cespuglioso, caratterizzato da fusti ricoperti da una quasi impercettibile peluria e da vistose foglie verdi, disposte in modo alternato proprio lungo i fusti. Come già accennato, i fiori ricordano da vicino le margherite: al capolino centrale, si aggiungono dei morbidi e allungati petali, dalla consistenza vellutata o setosa.
I colori possono essere i più disparati, dal bianco candido al rosso intenso, passando per il giallo, l’arancione, il lilla e molti altri ancora. A volte possono essere presenti due file diverse di petali, una più corta e sfumata disposta come se fosse una corona attorno al capolino e una più esterna, più lunga e vistosa.
Le gerbere oggi sono usate perlopiù a scopo ornamentale e ne esistono moltissime varietà, alcune delle quali anche nate da decenni di ibridazioni. Negli ultimi anni se ne sta studiando però il ruolo biologico a livello scientifico, poiché pare che queste piante siano in grado di assorbire alcuni inquinanti, tra cui anche il benzene.
Poiché varietà molto colorata e amata, le gerbere hanno trovato una collocazione molto simile alle margherite nell’immaginario collettive. Tanto che anch’esse vengono impiegate per il più classico “m’ama o non m’ama“, il gioco che gli innamorati praticano strappando uno a uno i petali, per confermare l’amore della persona desiderata.
Questo ha portato allo sviluppo, in particolare negli ultimi anni, di diversi significati associati al fiore a seconda del suo colore primario. Si tratta di collegamenti a dir poco arbitrari, tuttavia entrati di diritto nella cultura popolare:
Esistono più di 70 varietà diverse di gerbera, senza contare le varie ibridazioni. Fra le più diffuse, sono solo due quelle che vengono più frequentemente coltivate alle nostre latitudini:
La gerbera è una pianta che può essere efficacemente coltivata sia in vaso che in giardino. Prima di procedere, è però necessario verificare alcune condizioni affinché possa crescere rigogliosa e assicurare una fioritura costante.
Affinché le gerbere possano crescere in modo vistoso e produrre quanti più fiori colorati possibili, è indispensabile che vengano soddisfatte le seguenti necessità:
Le gerbere sono fiori abbastanza semplici da coltivare, sia in vaso che in giardino. Nel primo caso è meglio predisporre sul fondo del contenitore un letto di ghiaia e cocci, così da favorire il deflusso dell’acqua. In giardino o in aiuola, invece, è meglio vangare il terreno per aiutare a distribuire uniformemente le sostanze nutritive, magari anche concimando prima della semina o del trapianto.
La gerbera può essere coltivata a partire dal seme, da interrare in dimora definitiva già dalla fine di febbraio, oppure tramite la talea. Quest’ultima si realizza tagliando un rametto di circa 10 centimetri dalla pianta originaria, preferendo fusti che non hanno ancora prodotto fiori, immergendoli per qualche giorno in acqua o in un semenzaio di sabbia e torba.
Non appena la radici saranno spuntate, il rametto potrà essere trasferito in dimora definitiva. In alternativa, si possono acquistare pianticelle già abbastanza sviluppate, da rinvasare o trapiantare in giardino.
Ma come procedere alla cura del fiore, affinché possa garantire la più prolungata fioritura possibile e, soprattutto, tante stagioni colorate e vivaci?
In molti si chiederanno di certo dove si tiene la gerbera, anche perché la pianta richiede un’irrorazione solare pressoché costante. Se la teniamo in giardino è utile prediligere una posizione a Sud, dove la pianta possa massimizzare la sua esposizione al sole.
In vaso, invece, è meglio posizionare le gerbere sui davanzali delle finestre, anche sul profilo interno, affinché possano cogliere quanta più luce possibile. È interessante sottolineare che, all’interno degli appartamenti, la fioritura può avvenire anche in autunno e in inverno. In genere, in ambienti dalla temperature costantemente sopra ai 15 gradi, la gerbera mantiene attivo il suo ciclo vitale.
Non solo queste piante tendono a produrre fiori grandi e vistosi, ma anche i cespugli possono essere imponenti. Per questo, di tanto in tanto è utile procedere con una potatura, prediligendo i fusti più esterni, magari ingialliti o privi di fiori. Si dovrà effettuare un taglio obliquo con le cesoie, accertandosi siano ben pulite.
La concimazione può essere mensile o trimestrale, con compost, guano, letame o qualsiasi altra sostanza fortemente azotata. In merito ai parassiti, invece, la pianta teme soprattutto l’azione degli afidi e dei funghi, da combattere anche in modo biologico incentivando una piccola popolazione di coccinelle.