Drosera
La drosera sta attirando sempre più le curiosità degli appassionati di giardinaggio: si tratta, infatti, di una colorata pianta carnivora. Proprio così: grazie alle sue singolari foglie, che somigliano vagamente a dei tentacoli, questa specie è in grado di intrappolare piccoli insetti di cui si nutre. Ma quali sono le curiosità legate alla drosera e, soprattutto, come procedere alla sua coltivazione?
Come di consuetudine, prima di lanciarsi nella coltivazione della drosera è bene chiedere un parere al proprio fornitore di prodotti di botanica di fiducia. La pianta richiede un clima ben preciso per poter crescere rigogliosa e, di conseguenza, sarà necessario valutare la compatibilità della sua crescita con il clima tipico del proprio luogo di residenza. Di seguito, tutte le informazioni utili.
Con il termine Drosera si identifica un genere di piante carnivore appartenenti alla famiglia delle Droseraceae. Il genere include più di 150 specie diverse, tutte accumunate dalla medesima caratteristica: delle foglie adesive, che somigliano a tentacoli, con le quali cattura piccoli insetti.
L’origine di queste piante non è pienamente certa: crescono con grande rigoglio in Australia, in Sudamerica e in Africa, ma ne esistono anche piccoli gruppi nativi del bacino del Mediterraneo e, ancora, in Europa Continentale.
Come già accennato, sono più di 150 le specie di drosera a oggi conosciute: la sua distribuzione è oggi praticamente globale poiché, sia con la coltivazione a scopo ornamentale che con il commercio, è stata portata pressoché in tutto il mondo. Tanto che alcuni esemplari spontanei della pianta sono stati rinvenuti addirittura fra i freddissimi territori dell’Alaska.
Le varie specie di drosera si possono differenziare per forma e dimensione, ma la loro peculiarità principale rimane sempre la stessa. Trattasi della presenza di foglie adesive, capaci di arrotolarsi su loro stesse come fossero tentacoli, allo scopo di intrappolare piccoli insetti.
Secernendo alcuni succhi, la pianta arriva letteralmente a sciogliere la preda catturata, riassorbendone poi le sostanze nutritive per la sua crescita. Una strategia adattiva che ha permesso alla pianta di approfittare di una doppia forma di nutrizione, quella del terreno e quella derivante dalle prede.
In questo modo accumula grande energia. Non a caso, la drosera è una pianta molto longeva: può arrivare a durare anche 50 anni. Non è però tutto, poiché gli esemplari appartenenti a questo genere sono noti anche per le loro vivaci colorazioni.
Le foglie verdi prevedono una peluria puntinata di intenso colore rosso, sviluppata appositamente dalla pianta per attirare gli insetti, facendo loro credere si tratti di polline. Ancora, tra la primavera e l’estate la drosera fiorisce: produce dei caratteristici fiorellini di colore lilla o fucsia, molto delicati e poco longevi, poiché appassiscono in soli tre giorni.
Oggi la drosera è impiegata perlopiù a scopo ornamentale, proprio per le sue forme affascinanti e la sua capacità di catturare gli insetti. Nel corso dei secoli, tuttavia, questa pianta carnivora è stata anche impiegata come rimedio naturale per alcune problematiche delle prime vie respiratorie.
È indubbio che la drosera rappresenti una delle piante ornamentali più affascinanti, sia per le sue bellissime forme che per la capacità di catturare artropodi. Ma quali sono le curiosità più interessanti su questa pianta carnivora, quali aspetti generano maggior stupore?
La prima curiosità sulla drosera è quella relativa alla sua capacità di catturare gli insetti. In che modo la pianta carnivora riesce a intrappolarli e, soprattutto, a digerirli?
Come accennato nei precedenti paragrafi, le foglie della drosera sono ricoperte da una peluria appiccicosa, spesso puntinata di rosso, tanto da ricordare il polline dei comuni fiori. Gli insetti vengono attratti da questa conformazione a loro familiare e, una volta atterrati sulla foglia, vi rimangono intrappolati.
La pianta, rilevando un’alterazione della tensione della peluria, spinge la foglia coinvolta ad arricciarsi: questo processo è molto lento, può richiedere infatti anche quindici ore.
Quando l’insetto è completamente avvolto dalla foglia, la pianta inizia a secernere dei succhi dalle proprietà non dissimili alla tripsina, un enzima solitamente presente nell’apparato digerente degli animali, utile all’assorbimento delle proteine.
Questi succhi portano letteralmente allo scioglimento degli insetti, si tratta infatti di una vera e propria digestione: le sostanze nutritive vengono riassorbite dalle foglie, per poi essere accumulate nella pianta e sfruttate come riserva energetica quando necessario.
Bisogna però sottolineare come il processo digestivo sia normalmente molto lungo, diverse ore per insetti di piccole misure, giorni per quelli più grandi. Quindi la drosera non può essere scelta come varietà utile per ridurre la presenza di sgraditi ospiti nella propria casa.
Ogni singola pianta carnivora non cattura più di una decina di insetti al mese: poco in termini di disinfestazione, considerato come la maggior parte di loro si riproduca molto velocemente.
Non tutti sanno che la drosera, in particolare la specie Drosera rotundifolia, è stata a lungo impiegata come efficace rimedio naturale per la cura di piccole problematiche di stagione. E oggi questo impiego sta ritornando alla ribalta, grazie alla sempre maggiore curiosità che questa pianta carnivora è in grado di suscitare. Ma in che modo viene usata?
La drosera è una pianta che può essere efficacemente coltivata sia in vaso che in giardino, se le condizioni climatiche lo permettono. La sua bellezza è infatti innegabile e ben si presta ad abbellire piccoli spazi verdi, come aiuole oppure davanzali delle finestre. Ma quali sono i segreti per farla crescere rigogliosa?
Per garantire una buona crescita a questa pianta carnivora, è innanzitutto utile assicurare alcune sue necessità:
La drosera può essere coltivata in vaso o direttamente in giardino, senza grandi difficoltà. Nel primo caso, sarà utile predisporre un letto di ghiaia e cocci sul fondo del contenitore, per incrementare il deflusso dell’acqua. Si riempie quindi tutto con del terreno morbido, meglio se mescolato a torba e sabbia.
In giardino, invece, può essere utile una veloce vangatura per distribuire in modo uniforme le sostanze nutritive nel suolo.
La prima modalità di coltivazione è quella per seme: questi vengono seminati a spaglio già a partire dalle prime settimane di primavera, i germogli inizieranno ad apparire entro una ventina di giorni. Bisogna però avere occhio, poiché i semi della drosera sono minuscoli e si rischia di perderli prima di adagiarsi nel terriccio.
Ancora, è possibile coltivare la pianta carnivora anche partendo dalla talea: è sufficiente recuperare una foglia e inserirla in sabbia e torba, fino all’apparizione dell’apparato radicale.
Per quanto si tratti di una pianta resistente, anche la drosera ha bisogno di ricevere alcune cure specifiche:
Fonti