Bioedilizia
La bioedilizia potrebbe rappresentare il futuro delle costruzioni a scopo civile e industriale, per un approccio all’urbanizzazione sempre più attento alle necessità dell’ambiente. Si parla ormai da qualche anno di edifici ecologicamente sostenibili. In grado di ridurre il loro impatto ambientale non solo nella fase di costruzione ma anche durante il loro intero ciclo di vita.
Ma cosa si intende davvero per bioedilizia e, soprattutto, a che punto siamo in Italia? Non bisogna considerare la bioedilizia come la semplice costruzione di abitazioni ricorrendo a materiali sostenibili. Si tratta invece di un approccio a 360 gradi, che studia non solo le modalità utili a ridurre l’impatto ambientale delle costruzioni, ma anche la loro integrazione con l’ambiente che le circonda.
Una disciplina che mette al centro la natura e le sue necessità, affinché l’uomo vi possa adattarvi anziché depauperare il prezioso patrimonio naturalistico. Di seguito, qualche informazione utile.
Anche conosciuta come bioarchitettura, l’edilizia è una disciplina che si occupa della progettazione, la costruzione e l’efficientamento energetico degli edifici. Si tratta di un nuovo modo di pensare le necessità abitative degli umani, dove gli edifici stessi diventano parte integrante dell’ambiente e lo supportano, anziché sfruttarne indebitamente le sue risorse.
L’obiettivo della bioedilizia è quello di costruire – o ristrutturare, nel caso di edifici già esistenti – abitazioni e soluzioni industriali che possano risultare al più basso impatto ambientale possibile. È possibile grazie allo studio della geografia e degli habitat del luogo in cui l’abitazione verrà costruita, con la scelta di materiali edilizi ecosostenibili, come l’analisi dell’intero ciclo di vita dell’edificio affinché sia non solo duraturo, ma anche autonomo dal punto di vista energetico.
Tale proposito si realizza progettando soluzioni ad hoc per tutte le aree in cui l’edificio sorgerà, prediligendo materiali come il legno o il bambù – anche di recupero – e ricorrendo alle energie rinnovabili sia per la fornitura di energia elettrica che per la produzione di acqua calda a uso sanitario.
La costruzione che ne nasce dovrà essere perfettamente inserita nell’ambiente e dovrà contribuire non solo allo sviluppo e alla tutela del patrimonio naturale, ma anche di quello sociale e culturale. Un vero circolo virtuoso dove uomo e ambiente possono convivere in modo pacifico, aiutandosi reciprocamente.
Ma quali sono i principi della bioarchitettura, quali fattori sono determinanti affinché una casa possa pregiarsi delle tecniche della bioedilizia?
Ma come viene costruita una casa in bioedilizia? Le soluzioni sono le più disparate e molto dipende dal progetto originario e, certamente, dalle caratteristiche geografiche e ambientali in cui l’edificio verrà inserito. Semplificando, questo processo prevede:
Ma quanto dura una casa in bioedilizia? Molto dipende dai materiali utilizzati, vi sono quindi costruzioni più longeve – che possono facilmente superare il secolo di vita – e altre invece che possono garantire anche oltre 50 anni senza particolare manutenzione.
Ad ogni modo, i principali produttori offrono delle garanzie per difetti di costruzione o dei materiali per almeno 30 anni.
Ma non è tutto, poiché nella quasi totalità dei casi la bioarchitettura prevede che gli edifici siano anche anti-sismici sin dalle loro fondamenta, un elemento che renderà la casa ancora più duratura nonostante la possibilità di catastrofi ambientali.
Sul fronte dei prezzi, non vi sono tariffe univoche. Tutto dipende dalla grandezza, dalla qualità dei materiali prescelti, dai comfort introdotti in fase di progetto, dai prezzi medi dell’area di destinazione e molto altro ancora.
Se consideriamo questi fattori, una casa in bioedilizia progettata da zero può richiedere dai 750 ai 3.000 euro al metro quadro. Se si sceglie una costruzione prefabbricata, ma sempre in bioarchitettura, si passa dalle 900 alle 3.500 euro, sempre per metro quadrato.
Si parla sempre più frequentemente di bioedilizia in Italia, ma quanto è davvero sviluppato questo settore? Il sentore è che sia in crescita e controtendenza con il normale mercato immobiliare, messo già a dura prova dalla pandemia da Covid e dalle conseguenze del conflitto russo-ucraino cominciato nel 2022.
Se si considerano solo le case realizzate completamente in legno, al 2020 se ne contavano 3.070 su tutto il territorio italiano. Se si considerano solo le case di nuova costruzione, invece, la bioedilizia – anche in materiali diversi da legno – oggi ammonta a circa il 6% di tutte le richieste di costruzione di nuove case.
Nel 2019, il settore della bioarchitettura a uso residenziale aveva segnato un fatturato di 754 milioni di euro, con una crescita del 5% rispetto all’anno precedente. Nel 2020, questa quota è salita fino a 1.39 miliardi di euro.
Dal punto di vista normativo, non vi sono particolari limitazioni nella costruzione di case in legno o con materiali multipli, sempre in bioedilizia. Bisogna però considerare come l’edificio debba essere fisso, con fondamenta ben solide, quindi non rientrano nel calcolo italiano le costruzioni in stile Tiny Home, poiché spesso adagiate su ruote e virtualmente trasportabili con l’ausilio di autotreni adatti a questo scopo.