Torba
La torba è un materiale ben conosciuto dagli appassionati di giardinaggio e non solo, poiché essenziale per la messa a dimora definitiva delle piante o, ancora, per la loro germogliazione. Questo composto arricchisce infatti il terreno di sostanze nutritive, favorisce il circolo dell’aria al suo interno e aiuta le radici a svilupparsi più rapidamente. Ma quali sono le caratteristiche della torba e, soprattutto, come si usa e si realizza?
Come già accennato, la torba è un composto molto diffuso per tutte le necessità di giardinaggio, dalla cura delle piante ornamentali fino alle gestione di piccoli orti. Si tratta di un materiale mediamente economico. In commercio la si trova a un costo tra i 3.50 per piccoli sacchi a uso domestico, fino a 18 euro per 250 litri, destinati all’impiego agricolo. Di seguito, qualche informazione utile.
La torba è un materiale che si ottiene da un deposito composto di resti vegetali: questi ultimi, ricolmi d’acqua e presenti in un ambiente freddo e acido, non riescono a decomporsi completamente. Questo processo determina la creazione di una sostanza solida, dalla consistenza quasi simile al carbone, ricca di nutrienti organici anche dovuti alla decomposizione di organismi vegetali e piccoli insetti.
Per quanto la torba rappresenti uno dei primi stadi della formazione del carbone, non può però essere considerata un vero e proprio combustibile fossile. Questo perché si forma per un processo diverso, proprio il blocco del processo di fossilizzazione, dal legame di elementi vegetali che non riescono a decomporsi completamente.
La torba si forma in ambienti saturi di acqua ma poveri di ossigeno e, a oggi, ne sono conosciuti moltissimi depositi in tutto il mondo. I più famosi si trovano in Islanda, Bielorussia, Finlandia, Scozia, Germania, Polonia, Olanda, Nuova Zelanda, Canada e Stati Uniti. Tuttavia, si stima che circa il 60% delle zone umide della Terra veda nel terreno dei giacimenti più o meno variabili di torba.
Questo composto organico è disponibile in diverse varianti e tipologie. La prima suddivisione è relativa allo stato di decomposizione della sostanza organica e, di conseguenza, all’età della stessa torba. Dopodiché, la classificazione prende anche in considerazione il suo colore:
Per quanto di primo acchito possano sembrare simili, la torba e il terriccio sono due elementi differenti. La prima è un composto dovuto alla decomposizione delle sostanze organiche, una sorta di precursore del carbone. Il terriccio, invece, è un agglomerato di terra, residui vegetali vivi o secchi, minerali, rocce e microorganismi.
Poiché ricca di sostanze nutritive, la torba viene solitamente impiegata per arricchire il terreno di destinazione delle piante, per ottenere un effetto fertilizzante duraturo nel tempo, pur non essendo un vero e proprio fertilizzante. Ancora, viene usata per regolare il pH del terreno, in quanto acida, così da ottenere l’equilibrio ideale per le piante che si andranno a coltivare.
Sono però noti altri usi di questo composto, ben oltre ad agricoltura e giardinaggio:
Purtroppo la torba è un elemento finito su questo Pianeta, non è rinnovabile, in modo simile al carbone. La sua formazione è estremamente lenta, oggi l’uomo sfrutta ancora dei giacimenti formati diversi secoli fa.
La torba ha trovato nel giardinaggio una delle sue principali applicazioni, poiché permette di ottenere un substrato utile alle piante per crescere rigogliose. Stimola infatti la germogliazione delle radici, aiuta a drenare l’acqua e fornisce numerose sostanze organiche di cui le specie vegetali possono nutrirsi. Ancora, rende il terreno più morbido e leggero, favorisce la circolazione delle piante e ha una funzione termoregolatrice.
Sia per le piante ornamentali che per l’orto, però, la torba non viene mai usata pura, bensì mescolata al terriccio. Quando impiegata in semenzaio, per favorire la germogliazione dei semi, è invece spesso abbinata alla sabbia.
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All’interno dei vasi, la torba viene principalmente utilizzata per:
In modo simile alla coltivazione di specie vegetali in vaso, la torba può essere impiegata sia in giardino che in orto per:
Sia che si tratti di piante ornamentali che vegetali da orto, è però necessario scegliere la tipologia di torba giusta, in base alla sua acidità:
Come già ricordato, il composto andrà mescolato al normale terriccio. Le quantità variano a seconda delle proprie necessità. Per i semenzai si può arrivare anche a un 50% di torba e un 50% di sabbia, mentre nei terreni all’aperto – a meno che non si cerchi un effetto estremamente drenante – la quota è solitamente inferiore al 25%. Per la pacciamatura, invece, la si sparge in superficie fino alla completa copertura del terreno.
Non solo giardinaggio e orto, la torba ha diversi altri utilizzi, così come specificato in apertura. Di seguito, i più noti.
Alcune popolazioni del Nord Europa utilizzano tutt’oggi dei panetti di torba in modo simile al carbone, per produrre calore per riscaldare gli ambienti. La torba viene semplicemente incendiata e poi utilizzata all’interno di stufe, caminetti e fornelli tradizionali.
Questo composto veniva scelto, soprattutto in passato, per la sua economicità rispetto al carbone. Inoltre, è in grado di garantire una bruciatura lenta ma costante.
La torba è anche scelta per l’affumicatura di alcuni alimenti, come il salmone, ma anche per dei liquori e whisky “single malt”. Poiché produce un fumo decisamente aromatico, data l’elevata presenza di sostanze organiche, viene scelta soprattutto in Scozia per affumicare il malto poi utilizzato per ottenere gli alcolici.
Questo composto quasi-fossile viene anche scelto per la gestione di alcuni acquari, soprattutto quando le varietà di pesci ospitati sono di origine tropicale e richiedono una grande concentrazione di elementi carbonati nell’acqua.
Solitamente viene posta sul fondale dell’acquario, all’interno di appositi sacchetti, e ha come effetto quello di colorare l’acqua di una tinta bruno-ambrata, tipica dei fiumi tropicali ricchi di sostanza organica.
Spesso si sente parlare di torba fai da te, ma non è possibile produrre questo composto in autonomia. Questo poiché richiede non solo un ambiente saturo di acqua e povero di ossigeno, possibilmente anche ricco di funghi e molluschi, ma anche perché il suo processo di carbonizzazione può richiedere anche secoli.
In realtà, quello che si può fare è realizzare dei cubetti, dei veri e propri mattoncini di torba, da usare in modo semplice all’occorrenza. Basta inserire il composto all’interno di alcuni stampi di legno o cemento e, appiattendo con dei pesi la sostanza organica, ottenerne una versione molto compatta e solida.