La santoreggia è un’erba aromatica particolarmente diffusa nelle aree mediterranee, un membro della famiglia delle Labiatae/Lamiaceae molto apprezzato sia in cucina che in ambito fitoterapico, dove la pianta viene impiegata per via delle sue numerose proprietà benefiche per la salute.
Per il suo gusto fresco e leggermente piccante, la santoreggia viene spesso paragonata a una sua illustre collega, la pianta di Timo. Entrambe trovano trovano ampio spazio nella preparazione dei piatti più disparati, da quelli di carne e pesce fino alle zuppe e alle minestre di legumi, per non parlare delle bruschette.
Basta qualche fogliolina di santoreggia fresca per conferire un sapore nuovo anche alle preparazioni più classiche. Questa pianta, peraltro, è sorprendentemente semplice da coltivare.
Dopo averla piantata e messa a dimora, possiamo dire che il nostro unico scopo sarà quello di non farla seccare e annaffiarla con la giusta regolarità, per assicurarci un’erba aromatica fresca a nostra disposizione tutto l’anno.
E allora, vediamo come coltivare la santoreggia, cosa piantare vicino a questa pianta, quante volte innaffiarla e, soprattutto, come usarla in cucina per la realizzazione di un risotto buonissimo e facile da preparare.
La santoreggia non è particolarmente grande o imponente. Tutt’altro. Si tratta infatti di una piantina che si presenta come un piccolo cespuglio non più alto di 30 centimetri.
La pianta fa parte della famiglia delle Labiatae-Lamiaceae, si presenta con delle piccole foglie lanceolate dal profumo intenso e piccoli fiori bianchi o viola, a seconda delle diverse varietà.
Esistono due principali varietà di Santoreggia, cioè la Satureja hortensis, caratterizzata da un sapore delicato e da un ciclo di coltivazione annuale, va quindi seminata una volta l’anno e la Satureja montana, santoreggia montana, una pianta perenne che offre un sapore più intenso rispetto a quella annuale.
La varietà di santoreggia perenne ha un gusto piccantino e saporito, ideale per esaltare le tue preparazioni in cucina, mentre la varietà hortensis ha un sapore più delicato. E invece, che profumo ha la santoreggia?
L’odore della pianta è molto intenso e avvolgente, e ricorda un mix tra il profumo di un limone e quello della pianta di timo.
Timo e santoreggia sono due piante aromatiche spesso messe a confronto. Sebbene possano apparire piuttosto simili, anche per via del profumo che le caratterizza, il timo (Thynus vulgaris) e la Satureja sono in realtà due vegetali differenti, pur facendo parte entrambi della famiglia delle Lamiaceae.
Da un punto di vista puramente estetico, il timo ha dimensioni più ridotte rispetto a quelle della santoreggia, si presenta con foglie più piccoline. Inoltre, se la Satureja perenne ha un sapore che tende al “piccante”, il timo ha invece un sapore più aspro, per alcuni simile a quello del limone.
Trovare le foglie di santoreggia fresche o essiccate al supermercato fa sicuramente piacere, ma non sarebbe meglio avere un’intera piantina a nostra disposizione, per godere del suo fresco profumo tutto l’anno? Questa erba aromatica è una pianta molto semplice da coltivare, sia sul terreno che in vaso.
Poiché stiamo parlando di una pianta piuttosto resistente, è in grado di crescere su diversi tipi di terreno e con ogni tipo di clima, sebbene preferisca certamente delle zone soleggiate rispetto a quelle più ombrose e fredde. Di seguito, vedremo quali sono i passaggi per coltivare la santoreggia in modo semplice, sia in casa che in giardino.
Puoi sparpagliare i semi della santoreggia sul terreno da Giugno a Settembre, mentre in vaso puoi interrarli durante la primavera, tra i mesi di Febbraio e Marzo. Una volta comparse le prime piantine, potrai trapiantarle nel mese di Aprile. I semi della pianta possono germinare con molta facilità, dandoti sicuramente delle grandi soddisfazioni.
Se hai già delle piante di santoreggia, inoltre, potresti moltiplicarle attraverso due diversi metodi, la moltiplicazione a cespo o quella per talea.
Questa operazione non è particolarmente complessa. In primavera o in estate, dovresti estrarre delicatamente le piantine dal terreno, individuare i cespi e ripiantarli nei vasi o in un’altra zona del giardino.
Anche in questo caso, si tratta di un procedimento molto semplice. Bisognerà infatti recidere un rametto di circa 12 centimetri dalla pianta originaria, partendo dalla base, quindi inserisci il ramo in un vaso con dell’acqua, in modo che possa radicare. Potrai trapiantare la talea radicata nell’orto con l’arrivo della primavera.
Dove piantare la santoreggia? Per la scelta del terriccio, in realtà questa pianta non ha particolari esigenze, nel senso che può adattarsi alle condizioni più disparate.
È tuttavia consigliabile l’utilizzo di un terriccio specifico per ortaggi. In tutti i casi, è di fondamentale importanza che il terriccio sia ben drenato e fertile, ricco delle sostanze nutritive di cui la pianta ha bisogno per poter crescere.
Uno dei punti a favore di questa pianta, una caratteristica che ce la rende ancora più gradita, è il fatto che la santoreggia può essere coltivata in vaso, e non solo su terreno. Ciò la rende un’alleata aromatica ideale per chi non ha molto spazio o un giardino a disposizione.
Il vaso dovrebbe essere piuttosto grande e, per evitare ristagni idrici, è consigliabile la predisposizione di uno strato di argilla espansa sul fondo.
La pianta soffre molto a causa dei ristagni di acqua, mentre – al contrario – riesce a tollerare anche dei periodi di siccità.
È bene innaffiare la santoreggia solo quando il terreno appare secco. Ciò che conta è che non si esageri con l’acqua, per evitare la formazione dei ristagni idrici che potrebbe causare marciume e malattie .
Per la gioia di chi non ha un gran pollice verde, la santoreggia non ha bisogno di particolari potature.
Sarà sufficiente eliminare le erbacce e i rami secchi man mano che questi si formano. Puoi inoltre eseguire una blanda potatura durante l’inverno, in modo da stimolarne la crescita vegetativa.
Un altro vantaggio della santoreggia è che questa pianta non ha dei nemici naturali, ma anzi, è considerata un repellente contro gli afidi, per cui può essere coltivata in modo biologico, senza fitofarmaci o altri prodotti.
Per di più, proprio per via della sua capacità di tenere alla larga gli afidi, questa erba aromatica è un’ottima vicina di casa per tante altre piante.
E a questo proposito, cosa piantare vicino alla santoreggia?
Puoi tranquillamente coltivare la pianta accanto ad ortaggi o piante di legumi, come fagioli, zucchine, fagiolini e zucche.
E dopo aver scoperto come coltivare questa pianta e quali attenzioni dedicarle, non rimane che scoprire come si usa la santoreggia in cucina.
Le foglie vengono utilizzate sia fresche che essiccate. Puoi aggiungere la santoreggia alle ricette di legumi, minestre e zuppe, ma la piantina trova spazio anche nella preparazione di insaccati, salsicce, formaggi e nelle ricette di carne e pesce.
La santoreggia è l’ideale con le insalate fresche, ma puoi utilizzarla anche per rendere più sfiziose le tue bruschette di pomodoro. Con la pianta vengono preparati anche alcolici e liquori, come quello a base di santoreggia pugliese, satureja cuneifolia.
Cosa si può fare con la santoreggia, se non preparare un buon risotto? Come abbiamo visto, questa erba aromatica può essere impiegata in innumerevoli preparazioni, da quelle di carne e pesce fino a insalate e bruschette.
Vediamo allora come usarla per preparare un risotto con pecorino e santoreggia da leccarsi i baffi.
Il bello di questa ricetta è che richiede davvero pochissimo sale. La santoreggia, infatti, regala un gusto intenso che, abbinato a quello più sapido del pecorino, permette di evitare, o comunque ridurre di molto, l’utilizzo del sale.
A cosa serve la santoreggia? Oltre ad essere buona e profumata, la pianta è anche un’amica preziosa per la nostra salute.
Come molte altre erbe aromatiche, anche questa profumata alleata è ricca di minerali, soprattutto calcio, potassio, ferro, selenio e zinco. È inoltre considerata una fonte di antiossidanti e altre sostanze benefiche per la salute. Vediamo quali sono alcuni dei benefici della santoreggia.
Questa profumata erba non presenta molte controindicazioni, tuttavia è bene evitarne l’utilizzo in caso di allergie particolari.
Inoltre, l’olio essenziale di santoreggia va applicato solo diluito con un olio vettore di base, e mai puro sulla pelle.
Per via dei suoi effetti sulla salute, chi soffre di patologie, chi deve sottoporsi a un intervento chirurgico o chi assume dei farmaci dovrebbe evitare di assumere la santoreggia senza aver prima chiesto un parere al proprio medico curante.