Retrofit elettrico
Cosa si intendere per retrofit elettrico e quali sono i passaggi per trasformare un’auto a motore endotermico in elettrica? Da qualche tempo a questa parte, sta sempre prendendo più piede il cosiddetto retrofit: la conversione di vecchie vetture con motore benzina o diesel in elettriche. Per farlo, così come facile intuire, gran parte delle componenti presenti sotto al cofano vengono modificate, per ospitare un motore alimentato proprio a energia elettrica e, naturalmente, un pacco batterie.
L’operazione di conversione richiede l’intervento di mani esperte e, fatto non meno importante, impone una nuova omologazione del mezzo e un’altrettanto nuova iscrizione al PRA. Sulle modalità e le caratteristiche previste per legge affinché la conversione sia valida, il riferimento è quello del cosiddetto “Decreto Retrofit”, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale nel gennaio del 2016, comprese le successive modificazioni.
Per retrofit elettrico si indica il processo che permette di trasformare una vettura a motore endotermico – a benzina, diesel oppure a gas – in un’auto elettrica. Molto apprezzato tra appassionati e collezionisti, viene oggi praticato per riportare su strada vecchie automobili, non a caso si tratta di una modifica che coinvolge soprattutto i veicoli Euro 0, Euro 1 ed Euro 2.
In linea esemplificativa, gran parte delle componenti originali sotto al cofano vengono rimosse, affinché la nuova vettura possa ospitare un motore completamente elettrico e un pacco batterie. A questo scopo, esistono degli appositi kit di conversione che possono essere installati con l’aiuto di un’officina specializzata, tuttavia i più esperti possono anche lanciarsi nella trasformazione in piena autonomia.
Il retrofit elettrico può essere considerato come una vera e propria forma di riqualificazione energetica, utile per continuare a vivere le emozioni che solo le grandi auto del passato regalano, riducendo però il proprio impatto sull’ambiente. Come tutte le auto elettriche, infatti, anche quelle sottoposte a retrofit non emetteranno gas inquinanti durante il loro utilizzo, poiché ovviamente nel loro motore non avviene alcuna combustione e non vi è, quindi, tubo di scappamento. Allo stesso modo, le auto sottoposte a retrofit possono essere caricate tramite la colonnina domestica o avvalendosi dei punti di ricarica di strada.
Il processo di conversione di una vettura endotermica in un’auto elettrica può essere realizzato sia in autonomia che, soprattutto per coloro che non hanno grande esperienza, tramite un’officina specializzata. Per farlo, è necessario innanzitutto scegliere un kit di retrofit che possa adattarsi alla propria automobile, solitamente composto da:
Semplificando, l’opera di trasformazione prevede la rimozione delle vecchie componenti non più necessari, con l’installazione delle nuove nella stessa posizione. È però utile ricordare che, come accade pressoché per tutte le auto elettriche, con la conversione si perderà il pedale della frizione e si andrà a modificare anche la leva del cambio: i veicoli alimentati a batteria prevedono infatti il cambio automatico.
Come previsto per legge, innanzitutto il retrofit di un’auto deve avvenire con kit omologati da costruttori autorizzati, che quindi hanno superato i collaudi previsti a livello statale. Una volta modificata la vettura, tuttavia, non ci si può subito lanciare in strada, è necessario seguire due ulteriori passaggi:
Sono molti i vantaggi che derivano dalla trasformazione di una vecchia auto endotermica in elettrica. Innanzitutto, la possibilità di continuare a guidare un modello iconico o molto amato, senza imbattersi in limitazioni alla circolazione o blocchi del traffico, dovuti alla classe ambientale ridotta assegnata ai veicoli meno recenti. Dopodiché, vi sono sia vantaggi ambientali che economici:
Ma quanto costa il retrofit elettrico? Fornire cifre precise non è semplice, poiché molto dipende dalla tipologia di automobile in proprio possesso, la sua cilindrata e i lavori di adattamento che dovranno essere condotti. In media, il kit per le utilitarie si aggira attorno alle 6.000/7.000 euro, mentre per berline e sportive si parte dai 15.000 euro, fino anche a superare i 30.000.
Ovviamente, il kit non rappresenta l’unica spesa. Bisognerà anche considerare la manodopera e i lavori dell’officina, se si desidera avvalersene, nonché le spese di omologazione e di nuova iscrizione al PRA. Quest’ultima in media richiede sui 150 euro, comprensivi di bollo, diritti di motorizzazione ed emolumento PRA.
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