Se ti stai avvicinando al mondo dello yoga, ti sarà capitato certamente di sentir pronunciare una parola molto particolare, ovvero “Pranayama”. Ma cosa si intende esattamente con questo termine? Se volessimo riassumere con poche parole il concetto di “Pranayama”, potremmo dire che si tratta di una disciplina basata sul potere del respiro.
Probabilmente avrai già sperimentato sulla tua pelle e su ogni cellula del tuo corpo quanto possa essere potente un semplice respiro. Per esempio, quando dobbiamo affrontare situazioni che causano paura, ansia, stress o rabbia, certe volte è sufficiente concentrare l’attenzione sulla respirazione, per riprendere il controllo delle nostre emozioni e della nostra mente.
Ebbene, il Pranayama potrebbe essere considerato una sorta di palestra per imparare a respirare in modo consapevole.
Questa forma di respirazione yogica si basa infatti sul controllo del ritmo del respiro, sull’”osservazione” dell’aria che entra nei polmoni durante la fase di inspirazione, e che esce dal corpo quando espiriamo. Sembra banale, vero? Eppure il segreto sta tutto lì, nell’imparare a respirare, e nel lasciare che il focus sul respiro ci riporti al momento presente, nel qui e ora.
In questo articolo ti racconteremo come funziona la respirazione yoga “pranayama”, e vedremo insieme in che modo può migliorare la nostra vita fisica e psicologica.
Non ti rimane che fare un bel respiro … e seguirci.
Tecnicamente parlando, il pranayama è considerato un modo per controllare la mente attraverso una respirazione lenta e regolare. Per farlo, bisogna prima riuscire a controllare il proprio respiro. In altre parole, bisogna imparare a respirare in modo consapevole.
Da un punto di vista etimologico, il nome di questa tecnica è composto da due parole, ovvero “Prana” (soffio vitale che riempie l’universo, respiro vitale, energia o spirito) e “Ayama” (controllo, espansione). Il significato della parola Pranayama è, quindi, quello di “estensione o espansione del prana”, o “controllo ed estensione del respiro”.
Prima di vedere come si fa il Pranayama, vogliamo concentrare la nostra attenzione sui benefici psico-fisici di questa pratica. A chi non è mai capitato di non riuscire a concentrarsi a causa dell’emotività? Quante volte hai accusato sintomi fisici dovuti a condizioni psicologiche, come ansia, nervosismo o semplice stress quotidiano?
Per ritrovare la calma, possiamo rifugiarci nel nostro respiro. Una respirazione consapevole e “controllata” può migliorare la nostra salute in modi che neanche immagini.
Diverse ricerche hanno confermato i potenziali benefici del pranayama. Vediamo i più sorprendenti:
Se intendi praticare la respirazione pranayama per la prima volta, il miglior consiglio che possiamo darti è quello di farlo insieme a un istruttore di yoga esperto. Sebbene possa sembrare un semplice esercizio di respirazione, per poterne sperimentare i tanti benefici è necessario eseguirlo in modo corretto, per cui la guida di un insegnante qualificato potrebbe fare davvero la differenza.
Solitamente, la tecnica viene eseguita per circa 15 minuti al giorno, in una posizione yoga o seduti a gambe incrociate su un cuscino. Se queste posizioni risultano troppo scomode, puoi eseguire la tecnica anche seduto/a su una sedia, purché i piedi siano ben poggiati sul pavimento e la schiena dritta.
La posizione dovrebbe essere rilassata e comoda.
La tecnica consta di 4 diverse fasi, ovvero:
In base alla tecnica pranayama scelta, poi, il maestro potrebbe proporre un ritmo e una velocità di respirazione differenti.
Come abbiamo visto, anche quando si parla di respirazione è saggio rivolgersi a una guida esperta e qualificata. È inoltre preferibile eseguire queste tecniche o esercizi al mattino appena svegli o al massimo la sera, meglio se prima del tramonto, quando si è più predisposti ad assorbirne i benefici.
Sebbene si tratti di una tecnica sicura per la salute e adatta quasi a tutti, il Pranayama yoga dovrebbe essere eseguito con particolare attenzione da coloro che soffrono di malattie respiratorie o cardiache, dalle donne in gravidanza e da chi soffre di epilessia, frequenti fenomeni di epistassi, vertigini o di malattie psichiatriche.
Fonti