Materiali isolanti, bioedilizia
I materiali isolanti sono fondamentali nella costruzione di case ed edifici, soprattutto se si seguono i dettami della bioedilizia: un buon isolamento termico, elettrico ed acustico aiuta, infatti, a limitare i consumi e ridurre l’impatto della costruzione sull’ambiente.
Ma quali sono i materiali isolanti più diffusi, quali sono le loro funzioni e come vengono impiegati proprio all’interno della bioedilizia?
Prima di cominciare, è innanzitutto utile ricordare cosa sia la bioedilizia. Questa corrente architettonica e multidisciplinare nasce per trovare nuovi metodi di costruzione di edifici che non siano solo a basso impatto ambientale, ma anche non dannosi per l’uomo e per la sua salute.
Si basa quindi sull’utilizzo di risorse perlopiù naturali e possibilmente di produzione locale, spesso di riciclo o riciclabili, non trattate chimicamente per evitare contaminazioni dannose. Di seguito, tutte le informazioni utili.
In linea generale, si può definire un materiale isolante come un prodotto dalla bassa conduttività termica, elettrica o acustica. Sul fronte della progettazione e della costruzione di un edificio, si tratta quindi di strutture in grado di fungere da barriera o da filtro agli agenti esterni, per raggiungere diversi scopi:
Esistono oggi le più svariate tipologie di materiali isolanti, sia di origine naturale che sintetica. Non tutti possono essere utilizzati all’interno della bioedilizia, poiché devono essere presenti alcune caratteristiche:
La scelta dei materiali isolanti elettrici è fondamentale per la progettazione di un nuovo edificio, poiché assolvono a funzioni di primaria importanza sia per la stabilità della costruzione stessa che per la sicurezza della persone. Questi prodotti nascono infatti per scopi irrinunciabili, quali:
Poiché quello degli isolanti elettrici è un ambito molto delicato, poiché attiene soprattutto alla sicurezza sia degli edifici che delle persone, vi sono normative estremamente rigide da rispettare. Anche nel campo della bioedilizia, di conseguenza, si dovrà comunque far ricorso a soluzioni non sempre di facile smaltimento o di origine naturale, come ad esempio i materiali plastici.
Così come già accennato, anche all’interno della bioedilizia si dovranno utilizzare degli isolanti elettrici non sempre di origine naturale o di facile smaltimento. Questo perché, sia per questioni definite dalla legge che di opportunità, oggi sono soprattutto i prodotti di derivazione plastica a garantire le maggiori performance in termini di isolamento elettrico. Ma quali sono i più diffusi?
All’interno delle abitazioni, l’isolante elettrico più diffuso è sicuramente il polietilene: è una resina termoplastica, di natura vinilica, morbida, malleabile e adatta alla manipolazione. Viene impiegato soprattutto per la produzione di nastri isolanti e guaine per la copertura dei cavi elettrici, grazie anche alla sua grande flessibilità e alla buona resistenza termica.
Oltre al polietilene, si impiegano anche altre tipologie di plastica e suoi derivati – dal PVC al PET – per la produzione di canaline, scatole di derivazione, fascette elettriche e molto altro ancora.
Quando l’impiego di questi materiali si rivela indispensabile anche in bioedilizia, si tende comunque a utilizzare materiali provenienti dal riciclo, sempre allo scopo di ridurre l’impatto della costruzione sull’ambiente.
Certamente, non mancano i materiali di origine naturale dalla bassa conduttività elettrica e, di conseguenza, ottimi anche per l’impiego in bioedilizia. Fra i più utilizzati, si segnalano:
Nella progettazione di una nuova costruzione, è naturalmente fondamentale raggiungere il miglior isolamento termico possibile. In termini molto semplici, si tratta di evitare la dispersione di calore dall’interno degli ambienti all’estero.
E viceversa, limitare l’impatto degli agenti atmosferici esterni sulla termoregolazione degli ambienti dell’edificio. Un buon isolamento termico, permette di raggiungere due importanti obiettivi:
Rispetto agli isolanti termici, in bioedilizia la scelta di isolanti termici di origine naturale è decisamente elevata, tanto che su questo fronte non è difficile né utilizzare soluzioni di riciclo che mirare all’impatto zero. Anche in questo caso, oltre a prodotti naturali e possibilmente biodegradabili, utile è scegliere materiali autoctoni per ridurre sia i costi di trasporto che il peso sugli ecosistemi locali.
Ma quali sono i principali isolanti termici utili in bioedilizia e per quali applicazioni vengono impiegati? Le alternative di certo non mancano e fare una lista esaustiva non è semplice, tuttavia si possono elencare i più diffusi:
Infine, nella progettazione di un nuovo edificio è necessario anche valutarne il profilo acustico, per garantire il massimo del comfort alle persone che abiteranno quegli ambienti. Innanzitutto, si procedere per limitare o bloccare l’inquinamento acustico proveniente dall’esterno, come ad esempio il rumore del traffico stradale.
Dopodiché, si cerca di ridurre il disturbo sonoro generato all’interno degli stessi ambienti, ad esempio fra una stanza e l’altra oppure fra appartamenti adiacenti.
In linea generale, si annoverano due grandi gruppi di materiali isolanti acustici:
Anche in questo caso, le soluzioni naturali per la bioedilizia sono le più disparate, per il massimo della sostenibilità ambientale. Fra i principali isolanti acustici impiegati nelle nuove costruzioni, o nelle ristrutturazioni di edifici già esistenti, si elencano:
Fonti