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Spreco alimentare: 41% italiani più virtuoso dopo il lockdown

Italiani sempre più virtuosi per quanto riguarda lo spreco alimentare. A testimoniarlo un’indagine condotto dalla rivista Altroconsumo, pubblicata alla vigilia della Giornata internazionale della consapevolezza sugli sprechi alimentari del 29 settembre. Il 41% degli intervistati ha dichiarato di aver ridotto, dopo l’inizio del lockdown, la quantità di cibo gettata nella spazzatura.

Secondo quanto pubblicato da Altroconsumo l’88% degli italiani ritiene che non sia “etico” buttare il cibo, mentre l’83% si dichiara consapevole del danno per l’ambiente. Lotta allo spreco alimentare che si concretizza con il proprio impegno entro le mura domestica per l’83%. Allo stesso tempo il 77% ritiene che le maggiori responsabilità per gli alimenti buttati sia da attribuire alle aziende, alla grande distribuzione e al catering.

Il 39% ha dichiarato che sprecherebbe meno cibo potendo acquistarlo sfuso. Il 56% pensa invece che la diciature “da consumarsi preferibilmente entro” porti a gettare più alimenti del necessario, in quanto porta a cestinare prodotti che in realtà sarebbe ancora consumabili.

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Abitudini contro lo spreco alimentare

Lotta allo spreco alimentare che passa anche dal seguire un’alimentazione sostenibile. Questo passa anche dal riutilizzo degli avanzi, impiegati più spesso del solito dal 32% degli intervistati. Il 41% ha affermato di mettere in pratica comportamenti più attenti, incluso il compilare più di frequente la lista della spesa (38%) o pianificare in maniera più schematica i pasti (37%).

Proprio la pianificazione sarebbe tra i grandi assenti in diversi casi. Il 50% non pianifica i pasti per i giorni successivi, il 33% non compila la lista della spesa e il 22% non controlla cosa c’è già in casa. È spesso un approccio impulsivo nel fare la spesa a portare ad acquisti poco utili e superiori alle reali necessità.

Tra le abitudini poco utilizzate, ma molto utili figura il riporre gli alimenti che scadono prima più in evidenza (così da consumarli prima). Il risultato porta a un 32% di alimenti buttati perché non consumati in tempo o nel 20% dei casi perché conservati in maniera non opportuna. Stessa percentuale (20%) di cibo gettato perché acquistato in quantità eccessive.

A cena fuori sorge un altro problema. Secondo 3 italiani su 4 non è possibile ordinare porzioni ridotte nei bar o nei ristoranti, portando nel 48% dei casi all’avanzo di cibo. Appena 1 su 4 chiede di poter portare via gli avanzi: tra le cause la scarsa quantità (57%), l’imbarazzo (46%) o la scomodità (29%).

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Claudio Schirru
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