Il soffio al cuore è un rumore che viene avvertito nel corso del ciclo del battito cardiaco regolare. Il suono, che il medico avverte con lo stetoscopio, può essere descritto come un sibilo. I soffi cardiaci possono essere presenti fin dalla nascita e, in questo caso, si parla di un problema congenito, oppure si possono manifestare nel corso della vita anche in un individuo sano. Un soffio al cuore non è una malattia in sé, tuttavia può rappresentare anche un sintomo di un problema cardiaco che necessita di un maggiore approfondimento diagnostico. Nella maggior parte dei casi, comunque, si tratta di un disturbo del tutto innocuo, tanto da non risultare necessaria alcuna cura.
I pazienti che sono affetti da soffio cardiaco potrebbero anche non manifestare e avvertire alcun sintomo, soprattutto quando si tratta di una condizione innocua, non legata ad altre patologie cardiache. In tutti questi casi il soffio viene avvertito dal medico nel corso di una visita di controllo o di routine. Nei casi complicati, invece, il soffio si manifesta con alcuni segnali:
I soffi cardiaci cosiddetti innocenti – o innocui – possono verificarsi in alcune definite condizioni in pazienti per il resto sani. Ecco quali sono le situazione più comuni:
I soffi cardiaci innocenti possono scomparire nel tempo o durare per tutta la vita, senza causare ulteriori problemi di salute.
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Invece, il soffio cardiaco anomalo nella maggior parte dei casi è dovuto a difetti cardiaci congeniti come:
Il soffio cardiaco anomalo, tuttavia, si manifesta nella maggior parte dei casi in presenza di alcuni fattori di rischio, come:
I soffi cardiaci vengono di solito rilevati dal medico con lo stetoscopio durante un esame fisico. Se il medico ha il sospetto che il soffio cardiaco sia anormale potrebbe aver bisogno di ulteriori test, tra cui:
In caso di soffio al cuore innocuo il medico potrà solo prescrivere successivi e periodico controlli. In presenza di un soffio anomalo, invece, il trattamento sarà diretto alla condizione che ne è la causa. La terapia può includere l’uso di farmaci o, sempre in relazione alla diagnosi fatta dal medico cardiologo, anche un intervento chirurgico.