La mimosa non è solo un bellissimo fiore e un simbolo che tradizionalmente omaggia le donne nel giorno dell’8 marzo. Compare a inizio marzo, soprattutto nei climi temperati e preannuncia l’arrivo della primavera.
Purtroppo però i suoi pollini, come quelli di cipresso, ulivi, parietarie e graminacee, al loro apparire determinano l’insorgenza della pollinosi, un’allergopatia stagionale che assieme alle allergie nasali, affligge circa un milione e mezzo di bambini, mentre un milione di ragazzi sotto i 18 anni arrivano a soffrire di asma e un numero elevato di adulti accusa gli stessi sintomi.
I granuli pollinici, depositandosi all’interno delle vie respiratorie, liberano il proprio contenuto e se in presenza di attività allergenica e di allergopatia nei confronti delle stesse da parte del soggetto interessato, vengono prodotti dei mediatori chimici pro-infiammatori che fanno comparire i tipici sintomi allergici come rinite, congiuntivite, tosse fino a fenomeni di asma bronchiale.
È possibile però, con le dovute attenzioni, per lo meno attenuare gli effetti della patologia. Occorre innanzitutto eseguire delle indagini diagnostiche che permettano di individuare le specie botaniche alle quali appartiene il polline che provoca reazioni allergiche. Quindi anche i comportamenti da tenere saranno più specifici e più efficaci. Un importante punto di partenza sono quindi i cosiddetti “calendari delle fioriture”, un vero e proprio bollettino che informa sui periodi di produzione dei pollini e permette di gestire clinicamente l’allergia.
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Il Dott. Alessandro Fiocchi, responsabile di Allergologia dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, ha redatto un decalogo di consigli che una volta diventati abitudine possono aiutare a convivere con questa fastidiosa patologia:
Ovviamente a questi comportamenti può essere associato l’uso di rimedi naturali come la Perilla (Perilla frutescens), il ribes nero (Ribes nigrum), la rosa canina (Rosa Canina), l’adatoda (Adhatoda Vasica) o fitoterapici, come la boswellia (Boswellia serrata), il noni (Morinda citrifolia), la liquirizia (Glycyrrhiza glabra) o l’associazione di manganese, zolfo e fosforo secondo i principi dell’oligoterapia.