La pandemia ha fatto schizzare alle stelle le richieste di piscine da giardino. Ecco come scegliere il modello più indicato per te.
Le piscine da giardino sono diventate oramai uno sfizio che molti possono togliersi, perché consentono di trovare refrigerio nella canicola estiva evitando le masse e il traffico; inoltre forniscono una divertente -ed economica- scappatoia alla domanda che angustia tutti i genitori: “cosa faccio fare a mio figlio per tenerlo a bada per tutta l’estate?” La soluzione è semplice, e oramai esistono piscine da giardino per tutte le tasche, i gusti e le esigenze. Fuori terra o interrate, con filtraggio o senza, gonfiabili o con struttura autoportante, adatte a bambini o capaci di accogliere pure tutti i loro amici. Ecco tutto quello che c’è da sapere su questo mondo.
Esistono molte varianti di piscina da giardino; e chiaramente i costi variano moltissimo in base a quel che si sceglie, ai materiali, alla grandezza e così via. In generale il mercato offre:
Mentre la prima opzione esclude il fai da te (almeno per i più inesperti), le altre sono alla portata di chiunque: l’importante è che ci sia spazio a sufficienza. Il resto si può tranquillamente imparare sul campo.
Le piscine fuori terra sono una soluzione semplice, rapida e anche ragionevolmente economica per chi desidera costruirsi una piccola area di divertimento nell’intimità di casa propria. Possono essere fatti di vari materiali; i più usati sono:
I vantaggi di una piscina fuori terra sono numerosi, e non soltanto di natura economica:
L’unico vero svantaggio è costituito dalle dimensioni massime raggiungibili. Per via dei materiali leggeri e dell’assenza di costruzioni permanenti, le piscine leggere non possono spingersi fino alle dimensioni tipiche delle piscine interrate.
Esistono tre tipologie di piscine fuori terra, in ordine di costi crescenti:
L’installazione dipende dal tipo e soprattutto dal materiale della piscina. Le più facili da montare sono quelle gonfiabili, perché richiedono una semplice pompa d’aria. Per le piscine in acciaio, legno e PVC invece serve per lo meno la posa di un tappetino in materiale impermeabile, o in qualche caso una platea vera e propria. La cosa fondamentale, come detto, resta però livellare il terreno a regola d’arte ed evitare pendii o terreni scoscesi.
In generale, per piscine gonfiabili e per le fuori terra più piccole basta seguire con scrupolo le istruzioni allegate; ma per strutture molto grandi (sopra i 4m di raggio) e per renderle più stabili nel tempo, conviene rivolgersi a ditte specializzate.
Nel caso del fai da te, prestate massima attenzione alle dimensioni della piscina fuori terra. Se la cubatura della piscina supera il 20% della cubatura dell’abitazione, infatti, è necessario il cosiddetto Permesso di Costruire. Le segnalazioni agli uffici del comune (CILA) invece vanno inoltrate se la piscina ha una struttura fissa o quasi, anche se non permanente.
Per la scelta della posizione ottimale conviene sempre propendere per una zona ben esposta al sole (che scalda l’acqua) e non troppo vicino a alberi e siepi (altrimenti cadranno di continuo foglie, insetti e fiori); e parimenti, occorrerà evitare zone che si possono allagare in caso di piogge torrenziali. Fondamentale che ci sia sempre una presa di corrente nelle vicinanze per alimentare la pompa di filtraggio dell’acqua.
Infine, nel caso di piscine gonfiabili, è sempre raccomandabile controllare che il terreno sia pulito, piano, senza sassi o rametti, e coperto da un telo protettivo impermeabile molto spesso per aumentare la durata dei materiali.
L’acqua di qualunque piscina, anche gonfiabile, non durerebbe neppure 3 giorni se non si usassero prodotti specifici a base di cloro che eliminano virus, funghi e batteri. Esistono anche prodotti chimici da aggiungere per prevenire la formazione di alghe ed evitare che l’acqua si intorbidisca; ognuno di questi additivi contribuisce a mantenere l’acqua pulita, limpida e sicura
Nel caso delle piscine gonfiabili e per le piccole fuori terra esistono molti prodotti che permettono di effettuare un trattamento iniziale dell’acqua; il cosiddetto trattamento shock. Consiste in una disinfezione estrema con quantità di cloro maggiori del normale; ciò consente di uccidere la totalità di alghe, batteri, particelle organiche per rendere l’acqua limpida. Tuttavia, è importante attenersi strettamente alle indicazioni del produttore, e soprattutto ricordare che l‘acqua non è balneabile finché i livelli di pH non tornano nella norma.
Pertanto, è fondamentale analizzare l’acqua ogni giorno per determinare il suo livello di acidità e alcalinità, oltreché la durezza e l’eventuale presenza di calcare. In commercio ci sono kit a strisce di facile lettura.
Per la pulizia delle impurità più grosse, invece, un impianto di filtrazione -anche una semplice pompa- basta e avanza.