Non è facile parlare del picchio, in quanto esistono tantissimi tipi di picchi. Fanno tutti parte della famiglia Picidae, appartenente all’ordine dei Piciformi. I picchi sono diventati molto famosi non solo per la loro livrea colorata, ma soprattutto per la loro simpatica abitudine di picchiettare col becco il tronco degli alberi.
I motivi per cui lo fanno sono diversi, ma in generale le persone non li amano molto a causa di tutto il rumore che producono.
Questa è la classificazione scientifica del picchio:
Esistono più di 200 tipi di picchi, suddivisi in diversi generi:
Ci sono tre tipi di picchi rossi in Italia. Quello più grande è il picchio rosso maggiore o Dendrocopos major: lungo 20-24 cm, pesa 70-98 grammi e ha un’apertura alare di 34-39 cm. Il dorso è blu-nerastro con zone bianche ai lati di faccia e collo.
Alcune linee nere partono dalle scapole e arrivano su nuca, base del becco e metà del petto. Sulle scapole è presente una grossa macchia bianca, mentre le penne remiganti sono a strisce bianche e nere, così come la coda. L’addome è bianco, ma sul basso ventre e sottocoda è presente un’area rossa. I maschi hanno una zona rossa sulla nuca, le femmine no.
È presente anche in Sardegna, si nutre di insetti e larve, ma è considerato onnivoro: è stato visto nutrirsi anche di carogne e uova di altri uccelli. La femmina depone da 4 a 6 uova, con stagione riproduttiva che inizia in primavera.
C’è poi il picchio rosso mezzano o Dendrocoptes medius. In Italia lo si trova nei boschi, sulle montagne meridionali e arriva fino alla Sila. Nidifica un po’ più tardi in primavera e ha una livrea bianca e nera con striscia rossa sulla testa e nella parte ventrale caudale.
C’è infine anche il picchio rosso minore o Dryobates minor, il più piccolo picchio europeo. Lungo 14-15 cm e con apertura alare di 25-27 grammi, pesa solo 18-22 grammi. Il corpo è corto e tondeggiante, con testina tonda e becco a punta.
La livrea mostra delle barre bianche e nere sul dorso, mentre il maschio ha una macchia rossa sulla testa. Nidifica in tutta Italia, un po’ più in basso rispetto agli altri picchi rossi ed è più facile trovarlo vicino alle case. Preferisce legni di tipo morbido e si nutre soprattutto di insetti. Nidifica da maggio a giugno, le uova vengono covate per 12-14 giorni e i piccoli escono dalle uova dopo 18-20 giorni.
Fra i picchi maggiormente diffusi in Italia abbiamo il picchio verde o Picus viridis. Nidifica in tutta Italia, tranne che in Sicilia e Sardegna. Si nutre di formichi, altri insetti, larve o anche piccoli rettili a volte. Rispetto ad altri picchi, è capace di perforare solamente legno morbido. Questo significa che spesso preferisce cercare gli insetti a terra.
Nidifica negli alberi da marzo a inizio estate, deponendo 5-7 uova bianche che vengono covate da tutti e due i genitori per 2 settimane. La livrea è verde sul dorso, con addome bianco, mascherina nera e striscia rossa che va dalla fine del becco alla nuca.
Come habitat, i picchi tendono a vivere nelle zone boschive. Tuttavia alcune specie si sono adattate e vivono anche nei deserti e nelle zone rocciose. Per esempio quello di Gila vive nel deserto e nidifica sui cactus: sono uccelli molto adattabili. Alcuni si nutrono a terra e scavano anche i nidi in buche in erra.
Ci sono diverse specie di picchi presenti in Italia:
Il picchio è un uccello di piccole dimensioni specializzato per la vita sugli alberi. Ha un becco molto robusto con un cranio strutturato per sopportare tutti i colpi che infligge ai poveri alberi. La lingua è cilindrica e ha delle setole a uncino con le quali riesce a catturare le larve e gli insetti nascosti negli alberi.
Non si fa male quando becchetta gli alberi in quando il suo cranio si è modificato per assorbire questi urti ripetuti e vicini. L’impatto dell’urto viene assorbito prima dalla parte esterna del becco, poi dall’osso spongioso che collega il becco al cranio e infine dallo scudo cerebrale.
L’urto, quando viene assorbito, forma una vibrazione di replica. Ma anche questa viene assorbita dallo ioide, una struttura apposita che circonda il cranio dell’uccello e che aiuta a sostenere anche lingua e gola.
La coda è robusta e a forma di cuneo semplice o doppio: la usa come puntello per darsi maggiore stabilità sugli alberi. Grazie ad essa è anche capace di arrampicarsi e a rimanere fermo sugli alberi parallelamente al tronco. Può fare tutto ciò in quanto le penne della coda sono molto rigide e supportate da potenti muscoli.
Il colore della livrea cambia parecchio a seconda della specie: possono esserci combinazioni varie di nero, bianco, rosso, verde.
Come dimensioni, variano un po’ a seconda della specie. Possono essere lunghi 8-58 cm, mentre l’apertura alare può essere di 12-61 cm. Il peso varia dai 7 ai 600 grammi.
I maschi e le femmine dei picchi scavano insieme per formare il nido e per incubare le uova. La cova dura 2 settimane. I pulcini di picchio nascono ciechi e implumi. Un genitore rimane nel nido a badare ai piccoli, mentre l’altro va a fare rifornimento di cibo. I piccoli picchi lasciano il nido dopo un mese.
I picchi sono animali solitamente monogami, anche se non mancano soggetti poligami o che praticano la poliandria (quello dell’India alleva due pulcini con due maschi diversi). Si accoppiano da marzo a giugno.
Il comportamento peculiare dei picchi è quello di tamburellare velocemente e ripetutamente sul tronco degli alberi. Questo comportamento serve per:
Ciascuna specie ha un proprio ritmo di martellamento. In generale i picchi sono animali solitari e diurni.
I picchi si nutrono di semi, ghiande, larve e piccoli insetti che catturano grazie alla lingua. Sono invece predati da volpi, ratti, serpenti e gatti selvatici. Tendono a conservare semi, ghiande e noci nei nidi che scavano negli alberi, controllandoli per essere sicuri che non ammuffiscano e scartando quelli ammuffiti.
Per quanto riguarda gli insetti, sono anche bravissimi a cacciare quelli volanti. Inoltre possono anche succhiare la linfa degli alberi.
Ecco alcune piccole curiosità sui picchi:
I picchi non sono uccelli domestici: non possono essere allevati in cattività. Se vuoi osservarli devi recarti nei boschi, anche se è possibile che qualche volta colonizzino anche i giardini delle case delle zone un po’ più rurali.