Giardino zen
Come fare un giardino zen? È questa una delle domande più frequenti fra gli appassionati di giardinaggio, nel notare come questa antichissima arte giapponese stia prendendo sempre più piede anche in Europa. D’altronde, il giardino zen non è soltanto un luogo da ammirare, data la sua incredibile bellezza, ma anche uno spazio da dedicare alla meditazione e al relax. Fortunatamente, gli elementi per costruirlo sono alla portata di tutti: basta seguire alcune facili istruzioni.
Naturalmente, prima di procedere alla creazione di un giardino zen, è sempre necessario valutare lo spazio a propria disposizione e la possibilità di approfittare di un luogo silenzioso e calmo. Spazi aperti nelle vicinanze delle principali arterie stradali, o inseriti in quartieri caotici, potrebbero non essere adatti al livello di meditazione che questo spazio esterno richiede. Di seguito, qualche informazione utile.
Con il termine comune di giardino zen si indica uno spazio esterno, abbellito con pochi elementi, pensato per favorire il relax e la meditazione. Questa tipologia di giardino nasce in Giappone ed è legato alla filosofia buddista e, proprio per questo, mette al centro i tre principali elementi del Pianeta: acqua, aria e terra. Tuttavia, si tratta di una rappresentazione in miniatura degli spazi naturali, dove i singoli elementi vengono simboleggiati da rocce, sabbia e altre tipologie di minerali. Diffuso da secoli in patria, oggi i giardini zen spopolano in tutto il mondo, dove vengono apprezzati non solo per le loro caratteristiche meditative ma anche per il loro unico design.
Così come già accennato, il giardino zen trova la sua origine in Giappone, per una storia davvero radicata nei secoli. Si pensa che la sua prima comparsa sia avvenuta durante il periodo Heian (794-1185), per trovare tuttavia una maggiore diffusione poco più tardi, durante il periodo Kamakura (1185-1333). È proprio in questi anni che vengono sviluppati i primi “kare-sansui” – ovvero i primi giardini zecchi – dove gli elementi tipici della natura vengono rappresentati con sabbia, ghiaia e massi. È però durante il periodo Muromachi (1336-1573) che questi giardini diventano sempre più simili a come li conosciamo oggi, per fare poi la loro apparizione nei templi buddisti, nei giardini privati e nei luoghi di culto di tutto il Giappone.
Il giardino zen, così come già spiegato, è legato alla filosofia buddista e all’importanza conferita da questa disciplina alla meditazione. La possibilità di approfittare di uno spazio dall’aspetto minimalista, dove gli elementi della natura sono solamente simboleggiati, aiuta infatti a rilassarsi e favorisce la meditazione. Per incentivare questo processo, nel corso dei secoli sono stati aggiunti numerosi elementi – come ponti in legno e lampade – così come l’immancabile rastrello. Quest’ultimo viene impiegato per tracciare delle linee su sabbia e ghiaia, per ricreare visivamente il flusso dei corsi d’acqua.
Come già spiegato, il giardino zen riproduce la natura, sostituendo però agli elementi vegetali altri di origine minerale che li possano rappresentare. Per questa ragione, per realizzare uno spazio dedicato alla meditazione serve procurarsi:
Vi possono poi essere degli elementi accessori che possono contribuire alla costruzione di un giardino zen, come ad esempio piccoli ponti in legno e lampade. Non sono inoltre del tutto assenti le componenti vegetali: questi giardini possono essere completati, ad esempio, con bonsai che ne delimitano il perimetro o, ancora, con fiori di loto se nelle vicinanze sono presenti stagni o corsi d’acqua naturali.
Costruire un giardino zen richiede una buona capacità di pianificazione, perché tutti gli elementi devono essere visivamente equilibrati e in armonia, per favorire appunto la meditazione. In via esemplificativa, i passaggi da seguire potrebbero essere i seguenti:
Le configurazioni possono essere le più svariate, molto dipende dalla propria creatività, purché tutti gli elementi previsti siano in armonia.
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