Pianta di Boswellia
Tra i vari rimedi naturali per il benessere dell’organismo, la Boswellia è conosciuta e utilizzata in campo ayurvedico per le sue proprietà antinfiammatorie e antibatteriche. Quali sono le caratteristiche di questa pianta e quali, invece, le avvertenze di somministazione?
Con il termine Boswellia si indicano un gruppo di piante – oltre 19 specie differenti – appartenenti alla famiglia delle Burseraceae. Diffuse prevalentemente in Africa e in India, agli scopi di cura la varietà più gettonata è quella della Boswellia serrata, un arbusto ramificato tipico del climi asciutti, dalle caratteristiche gemme e dal profumo particolarmente intenso. Si fa normalmente ricorso alla resina gommosa che sgorga dalla pianta tagliandone la corteccia, le cui proprietà benefiche sembrano trovare conferma anche in ambito scientifico.
Come già accennato, della Boswellia viene utilizzata la gommoresina che l’albero essuda dalla corteccia. Definita oleoresina, questa sostanza viene normalmente raccolta per la produzione di incensi dalla fragranza molto intensa, ma anche per il trattamento di diversi disturbi transitori grazie alle sue specifiche capacità antinfiammatorie e di contrasto ai batteri. Tali funzioni sono dovute alla ricca presenza di saponine, ma soprattutto di acidi triterpenici, quali il caratteristico acido beta-boswellico.
Gli studi clinici effettuati nel corso degli anni sembrano confermare l’attività dell’estratto che, pur dimostrando un effetto antinfiammatorio, non causa conseguenze a livello gastrico come normalmente accade per i farmaci della medesima categoria. Dalle applicazioni più disparate, dalla somministrazione topica per la salute della pelle al trattamento dell’artrosi, l’assunzione può però avere effetti collaterali anche gravi. Per questo motivo, prima di iniziare un percorso di automedicazione, si deve consultare il medico curante, soppesando quindi rischi e benefici nonché le eventuali interazioni con altri medicinali in corso d’assunzione.
Oltre al già citato incenso, la Boswellia viene normalmente impiegata sia per uso topico che sistemico. Le dosi variano a seconda del disturbo da trattare così come dalle specifiche caratteristiche del soggetto, di conseguenza ci si affidi a medico ed erborista per comprendere quale sia l’assunzione più compatibile con il proprio organismo. Di seguito, gli impieghi generali più diffusi.
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Disponibile sia in incenso che in olio, la Boswellia viene distribuita anche sotto forma di integratori in compresse, ricchi degli acidi poc’anzi citati.
Fatta eccezione per i soggetti ipersensibili, la Boswellia non sembra manifestare effetti collaterali gravi e diffusi nella popolazione. Pur non ledendo stomaco, a differenza di altri medicinali della stessa categoria, il rimedio non dovrebbe essere mai assunto in concomitanza con FANS e farmaci a base di cortisone: ne potrebbe aumentare gli effetti, anche in modo pericoloso. Come più volte sottolineato, perciò, la scelta del rimedio va sempre concordata con lo specialista di fiducia, così da allontanare il rischio di indesiderate sorprese.