Cosa accade al bonus facciate in questo 2023 da poco incominciato? È questa la domanda che si stanno ponendo molti proprietari di edifici residenziali, desiderosi di iniziare dei lavori di ristrutturazione con l’arrivo dell’anno nuovo. E sono tanti coloro che hanno sperato in una proroga per questa agevolazione, prevista nella Legge di Bilancio 2022 e scaduta lo scorso 31 dicembre.
Purtroppo il bonus facciate non è stato rinnovato, tuttavia è possibile approfittare di altri incentivi sicuramente interessanti per ristrutturare casa.
Prima di cominciare, è bene ricordare come tutti i bonus statali possono essere soggetti a variazioni nel tempo, anche con preavvisi ridotti. Per questa ragione, prima di cominciare i lavori di ristrutturazione, è sempre utile chiedere un parere a personale qualificato.
Il rischio è infatti quello di non poter usufruire di nessuna agevolazione, pagando per intero le spese sostenute. Di seguito, tutte le informazioni utili.
Il cosiddetto bonus facciate è stata una misura estesa lo scorso anno con la Legge di Bilancio 2022, dopo il successo riscosso nei precedenti 2020 e 2021. L’agevolazione fiscale ha previsto una detrazione d’imposta del 90%, per il periodo 2020 e 2021, per il rifacimento delle facciate degli edifici residenziali. Lo scorso anno, invece, l’incentivo ha visto una riduzione di questa soglia al 60%.
Regolato dall’Agenzia delle Entrate, il bonus facciate risultava accessibile per tutti gli interventi sulle strutture opache esterne delle abitazioni. Compresi balconi, ornamenti e fregi. L’incentivo prevedeva inoltre anche le semplice operazioni di manutenzione, tinteggiatura e pulitura, esclusivamente sulle pareti esterne dei palazzi.
Il bonus facciate non comprendeva invece l’installazione di un cappotto termico, possibilità quest’ultima delegata al precedente Superbonus al 110%. Come già accaduto per le due precedenti tornate al 90%, anche la detrazione al 60% non prevedeva massimi di spesa né limiti alla detrazione.
Per il rimborso della spesa sostenuta si poteva appunto approfittare di una detrazione fiscale direttamente in dichiarazione dei redditi, da ripartire in 10 quote di pari importo e costanti nel tempo, o la cessione del credito a società terze.
Questa ultima possibilità permetteva di ottenere uno sconto immediato in fattura, poiché era la società stessa a farsi carico del credito con lo Stato e, quindi, a diventare il soggetto diretto della detrazione.
Come già anticipato in apertura, il bonus facciate non è stato rinnovato per il 2023 da poco iniziato. La Legge di Bilancio 2023 non prevede infatti questa misura. Di conseguenza, l’incentivo si è esaurito alla sua naturale scadenza: quella del 31 dicembre 2022.
Sulla possibilità di un’ennesima estensione – la quarta – del bonus facciate si è discusso a lungo a livello politico, ma il Governo ha infine deciso di non introdurre nessuna proroga, prevedendo invece altri incentivi per la ristrutturazione degli edifici.
Per questa ragione, tutti i lavori di rifacimento e manutenzione delle facciate che non si sono conclusi entro l’ultimo giorno di dicembre dello scorso anno non sono valevoli ai fini della detrazione. Di conseguenza, la spesa dovrà essere sostenuta per intero dal proprietario dell’edificio.
Il mancato rinnovo del bonus facciate nella nuova Legge di Bilancio 2023 non ha inibito completamente le possibilità di ristrutturazione per i cittadini, i quali possono approfittare di altri incentivi.
Sono infatti diversi i bonus edilizi che hanno trovato un’estensione anche per l’anno in corso, con poche o nulle modifiche rispetto agli scorsi anni. Di seguito, le novità e le riconferme più interessanti.
Il Superbonus è una misura introdotta ormai da qualche anno, apparsa per la prima volta in concomitanza con la pandemia da coronavirus e il primissimo Decreto Aiuti. L’iniziativa prevedeva il rimborso al 110%, con detrazione fiscale o cessione del credito e sconto in fattura, della spesa per gli interventi di efficientamento energetico degli edifici.
Nella misura risultavano compresi sia abitazioni monofamiliari che condomini e, fra i lavori idonei, risultavano:
Le prime versioni del Superbonus prevedevano inoltre un sistema complesso per poter accedere alle agevolazioni fiscali. Risultava infatti necessario condurre più lavori sull’edificio, scegliendo tra i cosiddetti “interventi trainanti” e quindi obbligatori, come ad esempio la predisposizione del cappotto termico, altri dalla minore urgenza, come il ricorso a pannelli fotovoltaici.
La Legge di Bilancio 2023 ha introdotto alcune novità per il Superbonus. Innanzitutto, la percentuale della detrazione scende dal 110 al 90%, una riduzione che non rende l’incentivo meno appetibile. Ancora, introduce delle nuove scadenze e casistiche:
Una buona alternativa al bonus facciate è rappresentata dal bonus ristrutturazione 2023, una misura che permette di ottenere il 50% della spesa sostenuta per un tetto massimo di 96.000 euro. Introdotto con la Legge di Bilancio 2022 ed esteso sia per il 2023 che per il 2024, il bonus comprende:
Il rimborso della spesa sostenuta, per un massimo di 96.000 euro complessivi, quindi 48.000 se si considera il 50%, può essere ottenuto con una detrazione in dichiarazione, per un massimo di 10 rate da distribuire in 10 anni. Ma anche con la cessione del credito alla società che conduce i lavori. In questo caso, si avrà uno sconto immediato in fattura. Tra i principali lavori compresi dal bonus, si elencano:
Non è tutto, poiché nel corso del 2023 si potrà approfittare anche di incentivi considerati “minori”, poiché dall’aliquota maggiormente ridotta rispetto ai due presentati nei paragrafi precedenti. Ma comunque interessanti in termini di risparmio:
Come già accennato, alcuni di questi bonus sono ancora in fase di definizione finale. Di conseguenza, potrebbero subire variazioni in itinere. Per questo è sempre necessario controllare la Gazzetta Ufficiale, per verificare eventuali modifiche, come affidarsi a personale esperto.
Fonti