Apertura della Cina sul fronte clima verso gli Stati Uniti, ad annunciarlo il portavoce del Ministero degli Esteri di Pechino.
Scatto in avanti della Cina sul fronte delle energie rinnovabili, più che raddoppiata la capacità produttiva relativa all’eolico.
Uno studio apparso su Lancet rivela alcuni dati clinici sul coronavirus 2019-nCoV: colpisce maggiormente gli over 55, in particolare se debilitati.
Il coronavirus scatena il panico su un volo per l’Australia: alcuni viaggiatori usano grandi bottiglie di plastica come improvvisate maschere.
L’inquinamento in Cina ha raggiunto dimensioni sproporzionate: a Pechino una fitta nebbia di smog ha fatto scattare l’allarme.
Jia Wenqi e Jia Haixia sono uno senza braccia e l’altro cieco, ma hanno piantato in Cina 10 mila alberi, la loro storia è stata raccontata da GoPro.
Il Governo cinese ha deciso per il taglio del consumo nazionale di carne del 50%, coinvolti nella campagna anche Arnold Schwarzenegger e James Cameron.
Nel corso del 2013, in Cina, la produzione di energia elettrica da fonte eolica ha superato del 22% quella da fonte nucleare.
La Cina mette in campo un esercito di droni antismog per disperdere la cappa di inquinamento sopra le città.
La Commissione Europea ha deciso di imporre dei dazi antidumping anche sulle importazioni di vetro solare dalla Cina. La tariffa massima sarà del 42%.
Troppo credito, e troppo semplice, al settore eolico e a quello fotovoltaico. Le banche cinesi hanno un problema.
Commercio estero cinese Chong Quan parla chiaro: se l’Europa impone dazi al fotovoltaico le relazioni commerciali avranno pesanti ripercussioni.
Guerra del fotovoltaico, il cerchio si chiude: la Cina annuncia misure anti dumping anche sulle importazioni di polysilicon europeo.
Anche l’Europa potrebbe imporre dazi commerciali al fotovoltaico cinese. Lo chiedono a gran voce le aziende, ci pensa il Commissario al Commercio De Gucht.
Un ingegnoso contadino ha costruito un prototipo di auto elettrica in grado di ricaricarsi grazie a una piccola turbina eolica posizionata sul cofano.
Dura accusa da parte di Greenpeace: l’industria tessile cinese, con la quale fanno affari i più grandi brand occidentali, sarebbe responsabile di un forte inquinamento fluviale