Greenstyle Benessere Salute Smettere di fumare: cosa succede al proprio corpo

Smettere di fumare: cosa succede al proprio corpo

Cosa cambia nel corpo umano quando si decide di smettere di fumare: ecco cosa succede.

Smettere di fumare: cosa succede al proprio corpo

Smettere di fumare produce effetti sull’organismo umano che tutti i fumatori dovrebbero affrettarsi a chiudere i conti con sigarette e affini. Questo quanto affermano OMS e AIRC in occasione della Giornata Mondiale senza Tabacco, ricordando inoltre quanti e quali rischi per la salute derivino dal vizio del fumo.

Una popolazione quella dei fumatori italiani che si attesta secondo l’AIRC intorno a 10,3 milioni di individui. Ogni anno si registrano inoltre, prosegue l’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, 41 mila nuovi casi di tumore al polmone e 32 mila decessi. Numeri che potrebbero ridursi se i tabagisti decidessero di smettere di fumare e cambiando in positivo il proprio stile di vita.

Tra gli aspetti negativi derivanti dal fumo non soltanto il pur rilevante rischio di tumore ai polmoni, ma anche effetti nocivi nel breve e nel brevissimo termine. A cominciare dal ritmo cardiaco, che subisce già dopo il primo tiro una forte accelerazione, per poi seguire con la pressione sanguigna (che incrementa del 25%). I denti tendono con il tempo a ingiallire, così come le unghie, mentre la pelle invecchia precocemente.

Smettere di fumare: cosa succede al corpo

Sono sufficienti appena 8 ore per riscontrare i primi benefici per il corpo. Trascorso tale lasso di tempo l’ossigenazione del sangue torna ai valori normali, mentre sono necessarie 24 ore affinché si riduca l’alitosi e i polmoni inizino ad accumulare minori quantità di muco e catarro.

Trascorsa una sola settimana si noteranno dei miglioramenti nel senso del gusto e in quello dell’olfatto, con il risultato di apprezzare maggiormente i piatti consumati e godere dei profumi che può offrire ad esempio una passeggiata nei boschi.

Col passare di qualche ulteriore settimana a migliorare sarà anche il colorito, che apparirà più roseo. Trascorsi dai 3 ai 6 mesi tenderà a sparire la tosse stizzosa che accompagna spesso i fumatori, mentre quando sarà passato circa un anno si ridurrà il rischio legato alla patologie cardiache.

Saranno tuttavia necessari 10 anni affinché il rischio di tumore al polmone si riduca del 50%, motivo per cui assume particolare importanza la tempestività con la quale si decide di smettere con il fumo. Trascorsi 15 anni il pericolo di manifestare malattie cardiache tornerà ai livelli di coloro che non hanno mai iniziato a fumare.

Alcuni degli effetti che interessano la pelle tuttavia non recedono neanche dopo anni di stop: malgrado migliori il colorito generale non si ridurranno le rughe accumulate a causa del fumo.

Le informazioni riportate su GreenStyle sono di natura generale e non possono essere utilizzate per formulare indagini cliniche, non devono essere considerate come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento, l’assunzione o la sospensione di un farmaco , non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico generico, di uno specialista , di un dietologo o di un fisioterapista. L’utilizzo di tali informazioni e’ sotto la responsabilita’, il controllo e la discrezione unica dell’utente. Il sito non e’ in alcun caso responsabile del contenuto, delle informazioni, dei prodotti e dei servizi offerti dai siti ai quali greenstyle.it puo’ rimandare con link.

Seguici anche sui canali social

Ti potrebbe interessare

Microplastiche nelle placche delle arterie umane: uno studio italiano le individua per la prima volta
Salute

Per la prima volta sono state individuate delle microplastiche nelle placche delle arterie umane, merito di uno studio italiano pubblicato sulla rivista “The New England Journal of Medicine” e coordinato dal Prof. Giuseppe Paolisso dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli” e Presidente del CIV dell’IRCCS INRCA, in collaborazione tra Harvard Medical School di Boston, IRCSS Multimedica Milano, Università Politecnica delle Marche (UnivPM), Sapienza e Salerno, e IRCSS INRCA di Ancona