Spazzolino: ogni quanto cambiarlo e alternative ecologiche
Lo spazzolino è un irrinunciabile strumento di igiene: ecco ogni quanto cambiarlo e le alternative ecologiche per evitare la plastica.
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Lo spazzolino da denti è uno di quegli strumenti indispensabili per l’igiene quotidiana. Si tratta infatti di un alleato irrinunciabile per il benessere del cavo orale e un sorriso sempre smagliante, allontanando così il rischio di placca, tartaro e fastidiose carie. Ma ogni quanto cambiarlo e, soprattutto, quali sono le alternative ecologiche?
Di norma, è necessario ricorrere a spazzolino e dentifricio almeno tre volte al giorno, dopo i pasti principali e in abbinato ad altre tecniche di pulizia. Fra queste, il classico filo interdentale e il collutorio. Di seguito, tutte le informazioni utili su questo irrinunciabile strumento.
Spazzolino: ogni quanto cambiarlo
Così come già accennato, lo spazzolino è un indispensabile strumento di igiene quotidiana. In linea generale, dovrebbe essere sostituito ogni tre mesi d’utilizzo, fatta eccezione per indicazioni diverse ricevute dal proprio dentista di fiducia. Questo indipendentemente dal consumo delle sue setole: anche in condizioni ancora buone, passati i 90 giorni dovrà essere sostituito con un nuovo esemplare. Una necessità, quest’ultima, per garantire sempre il massimo della pulizia dei denti ed evitare la proliferazione batterica.
Proprio sul fronte della proliferazione batterica, bisogna prestare molta attenzione alla pulizia dell’attrezzo. Dopo ogni uso lo spazzolino dovrà essere sciacquato in modo approfondito, per rimuovere qualsiasi accumulo di dentifricio, possibilmente in acqua molto calda per eliminare eventuali residui di batteri. Ancora, dovrà essere ricoperto con l’apposito cappuccio e riposto a distanza da eventuali fonti di contaminazione, come il lavandino oppure i sanitari.
Altro elemento importante da considerare, oltre alla durezza delle setole consigliata dall’odontoiatra, è il rapporto tra consumo delle setole e durata del tempo. Delle setole molto deteriorate, prima del termine dei tre mesi canonici per il cambio o del periodo consigliato dal dentista, potrebbero indicare una tecnica di utilizzo errata. In questo caso, si rischia di danneggiare le gengive in modo irrimediabile: è quindi utile chiedere consiglio al proprio esperto di fiducia.
Le alternative naturali
La maggior parte degli spazzolini disponibili in commercio sono realizzati in plastica e fibre sintetiche, quindi devono essere smaltiti correttamente per evitare conseguenze dannose sull’ambiente. La plastica è infatti il principale inquinante ambientale oggi in circolazione e strumenti come lo spazzolino, oppure i cotton-fioc, possono diventare una vera minaccia per la fauna e la flora. Soprattutto a livello marino, dove i manici di questi oggetti rappresentano una delle prime fonti di ferimento di animali quali tartarughe e delfini. Questi esemplari scambiano gli spazzolini per piccole prede e, nel tentativo di ingoiarli, si feriscono lungo il tratto digerente superiore, lo stomaco e l’intestino.
Fortunatamente, esistono moltissime alternative naturali ed ecologiche sul mercato. Si parte dagli spazzolini con manico in legno, ideali per ridurre la dipendenza dalla plastica ed ugualmente ergonomici ed efficaci. I marchi più blasonati offrono anche spazzolini in legno di recupero, opportunamente sanificati e sterilizzati, affinché il peso sull’ambiente sia ulteriormente ridotto. Ancora, sono da anni in vendita diversi spazzolini realizzati in resistente bambù.
Bisogna prestare però attenzione, poiché alcuni spazzolini in legno continuano a presentare setole in plastica oppure in nylon. Le alternative principali ed ecologiche riguardano l’uso di biopolimeri e biocomposti del tutto compostabili, realizzati con estratti di fibre vegetali come il mais. Ancora, esistono spazzolini con setole in vello tagliato da animali da allevamento: una scelta, quest’ultima, da non sottovalutare se si fosse alla ricerca di un prodotto cruelty-free.