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Plastica in mare: la Posidonia la elimina dal Mediterraneo

Plastica in mare e nel Mediterraneo: l'alga Posidonia è in grado di intrappolare efficacemente i rifiuti, proteggendo le acque.

Plastica in mare: la Posidonia la elimina dal Mediterraneo

Fonte immagine: Alberto Romeo via Wikimedia

Il problema della plastica in mare potrebbe essere affrontato anche incentivando la crescita di alcune piante che, per loro natura, possono intrappolare e degradare questo pericoloso materiale. È quanto dimostra un nuovo studio, pubblicato sulla rivista Scientific Reports e condotto dell’Università di Barcellona. I ricercatori hanno infatti scoperto che la Posidonia oceanica, un’alga che crea dei veri e propri tappeti verdi sui fondali marini, può limitare i danni di plastica e microlastiche.

Sostenere la crescita di questa pianta potrebbe risultare particolarmente utile nel Mediterraneo, non solo perché le condizioni climatiche sono favorevoli alla sua crescita, ma anche poiché questo mare è purtroppo ricco di rifiuti in plastica.

Plastica: l’utilità della Posidonia

La Posidonia oceanica è un’alga marina molto diffusa, tanto da venire considerata endemica. Questo vegetale forma delle vere e proprie praterie sul fondale dei mari ed è solitamente considerata una presenza positiva, poiché stimola la biodiversità. Fornisce infatti nutrimento, offre protezione a pesci e molluschi, nonché filtra l’acqua. Per le sue qualità, i ricercatori dell’Università di Barcellona hanno quindi voluto verificare se potesse avere anche qualche effetto sulla plastica.

Questa alga produce regolarmente delle palline composte da filamenti vegetali legnosi, chiamate anche “palle di Nettuno di Posidonia”. Tali agglomerati si vengono a formare con il processo di decomposizione delle foglie morte delle pianta: rimanendo attaccate al rizoma, le foglie secche vengono sottoposte al processo di erosione dell’acqua, rilasciando dei lunghi filamenti di cellulosa dalla consistenza non dissimile al legno.

Con il tempo questi filamenti si accumulano formando delle palline che, durante le tempeste marine, abbandonano la prateria di Posidonia per raggiungere le spiagge. Analizzando i residui rinvenuti sulle coste di Maiorca, i ricercatori hanno scoperto come le palle di Nettuno di Posidonia siano in grado di intrappolare efficacemente plastica e microplastica, ripulendo l’oceano. Così spiega Anna Sànchez-Vidal, tra le autrici dello studio:

Dalle nostre analisi è emerso che le microplastiche intrappolate nella Posidonia sono soprattutto filamenti, fibre e frammenti di polimeri che hanno una densità maggiore dell’acqua marina, come il PET.

Stimolare la crescita dell’alga può quindi aiuta a mantenere mari e oceani più puliti, poiché permetterà di raccogliere i residui di plastica che vengono intrappolati nelle palle di Posidonia direttamente sulla spiaggia. Bisogna però agire anche a monte:

Naturalmente, la migliore strategia di protezione ambientale per mantenere gli oceani liberi dalla plastica è ridurre discariche e abbandono in natura, un piano che richiede una riduzione dell’uso del materiale da parte della popolazione.

Fonte: EurasiaReview

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