Peperoncino e alghe alleati naturali del fegato
Fonte immagine: Chili peppers in a copper plate | Shutterstock
Peperoncino, alghe e cardo mariano possibili alleati naturali per la salute del fegato.
Peperoncino e alghe per mantenere in salute il fegato. A sostenerlo alcuni studi presentati durate l’Easl 2015 di Vienna, che sosterrebbero come questi due alimenti potrebbero rivelarsi efficaci nel proteggere l’organo dalle lesioni e dagli accumuli di grasso.
Stando ai risultati ottenuti dal Liver Cell Biology Laboratory della Vrije Universiteit di Bruxelles, su test condotti in laboratorio sui topi, i benefici del peperoncino sul fegato deriverebbero dal suo contenuto naturale di capsaicina. Tale sostanza interverrebbe riducendo, durante la risposta dell’organismo a eventuali lesioni, la formazione di fibrosi epatica. Come hanno spiegato i ricercatori, coordinati dalla Dr.ssa Shanna Bitencourt:
Lo studio ha dimostrato che la capsaicina in un caso ha migliorato il danno negli animali e bloccato la progressione delle lesioni, mentre nell’altro caso ha protetto il fegato dallo sviluppo di danni.
Sono infine gli stessi studiosi a sottolineare l’importanza di ulteriori approfondimenti in merito al legame tra la capsaicina e la salute del fegato:
I dati mostrano l’importanza di ulteriori studi sulla capsaicina per il trattamento e la prevenzione di lesioni al fegato.
A studiare i possibili effetti benefici delle alghe sono stati invece i ricercatori della University of Bristol, nel Regno Unito, il cui studio è stato condotto su un ristretto numero di persone. Secondo gli studiosi l’assunzione di pane arricchito con alginato aiuterebbe a ridurre l’assorbimento di grasso fino al 31%, migliorando in questo modo la sintomatologia dei pazienti affetti da steatosi epatica non alcolica.
Nel trattamento della steatosi epatica non alcolica potrebbe rivelarsi d’aiuto anche l’assunzione del cosiddetto cardo mariano. A sostenerlo i ricercatori della University of Malaya di Kuala Lumpur, in Malesia, che ne hanno studiato gli effetti su 60 pazienti affetti dal disturbo: secondo i risultati ottenuti la gravità della malattia verrebbe ridotta grazie alla presenza nel vegetale della silimarina, sostanza dalle proprietà antiossidanti e antinfiammatorie.