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Carnevale 2023

Carnevale 2023

Il carnevale è la festa più divertente e colorata dell’anno, amata da adulti e bambini. È una festa mobile cristiana, infatti non cade mai negli stessi giorni dell’anno bensì, essendo collegata alla Pasqua, questa ricorrenza, cade nei mesi di febbraio e marzo.

Ma qual è l’origine? E quali sono le tradizioni ad essa legate?

Il significato

La parola carnevale è etimologicamente legata all’idea d’astinenza: in senso stretto sarebbe il primo giorno di Quaresima. Infatti “carnevale” deriva dal latino carnem levare “eliminare la carne”, e segnalava l’ultimo banchetto del martedì grasso che precedeva il digiuno e astinenza tipici della Quaresima.

Nel folclore contemporaneo di alcuni paesi è rimasto, a dimostrare l’origine del nome, l’uso di gettare nel fuoco, la sera del martedì grasso, gli utensili utilizzati per cucinare la carne.

Quando si festeggia il carnevale?

carnevale
Fonte: Unsplash

Il periodo preciso di carnevale è in rapporto alle prescrizioni ecclesiastiche e, teoricamente, precede la Quaresima. Può iniziare il 1° Gennaio, o all’Epifania, o il 17 Gennaio (Festa si Sant’Antonio) o il 2 febbraio (la candelora) e dura fino al mercoledì delle ceneri (fino alla prima domenica di Quaresima nel rito Ambrosiano).

Tradizionalmente quindi l’inizio del Carnevale è il lunedì successivo alla domenica del Battesimo del Signore. Mentre la fine del periodo carnevalesco è il Martedì grasso, giorno precedente al mercoledì delle ceneri, da cui inizia la quaresima.

I giorni più importanti del carnevale sono il giovedì grasso fino al martedì grasso che conclude le festività. Varia la datazione nel calendario del rito Ambrosiano, che identifica il giorno di gran festa nel sabato Grasso, cioè dopo il martedì Grasso del rito Romano. Infatti la Quaresima nel rito Ambrosiano inizia la domenica subito dopo il sabato del Carnevale.

La storia della festività

Il carnevale originariamente si riallaccia agli innumerevoli riti tradizionali della stagione invernale, periodo che limitava l’attività all’aperto ed era caratterizzato da una vita sociale intensa. Tali riti erano in relazione con le credenze sulla scomparsa della luce del sole, trattenuta prigioniera e poi rinata.

L’esplosione di gioia e l’uso della maschera, che nel carnevale moderno sono manifestazioni essenziali che esprimono distensione ed evasione, nella loro origine avevano invece una funzione molto diversa. Infatti le risate dei mascherati erano destinate ad allontanare gli spiriti malefici; mentre la maschera, assimilando l’uomo all’animale, gli faceva possedere simbolicamente e temporaneamente la potenza divina degli animali sacri.

Inoltre la libertà sessuale del carnevale potrebbe ricollegarsi ai riti di fecondità della terra, come l’usanza di bruciare un fantoccio richiama un sacrificio primitivo.

Il carnevale nei paesi mediterranei

Nei paesi mediterranei i riti del carnevale hanno più specifica origine agricola e risalgono a credenze molto antiche da cui, in epoca storica, sono derivati svariati cerimoniali come le feste di Dionisio, i saturnali e i lupercali dei Romani che cadevano nella stessa stagione dell’odierno carnevale.

Dopo l’avvento del cristianesimo, il contenuto rituale e magico di queste pratiche fu progressivamente perduto di vista, ma le pratiche stesse restarono. Il clero medievale tollerò feste popolari molto grossolane riallacciantesi al carnevale, come la festa dell’Asino, la festa dei Folli, che erano echi più o meno coscienti delle feste pagane.

Tali feste si celebravano dall’Epifania al mercoledì delle ceneri. Tra i divertimenti più graditi c’erano proprio i balli in maschera: le mascherate pubbliche furono molto in voga nei secoli XV e XVI. In Italia fu sempre molto festeggiato rispetto ad altri paesi e il carnevale veneziano fu sempre il più importante dei carnevali italiani: l’intervento del doge e del senato dava una solennità particolare alle feste che comprendevano fuochi d’artificio, giochi di funamboli, parate e combattimenti simbolici.

Da non dimenticare anche il carnevale romano, celebre all’epoca romantica con i costumi di Pulcinella, Rugantino e con i coriandoli di gesso e riti bizzarri. Lo descrive anche Charles Dickens raccontando anche uno di questi riti: la “gara dei moccoletti” che consisteva nel gironzolare con una candela in mano cercando di spegnere le candele altrui.

Il carnevale in altri paesi

In Germania, i divertimenti del carnevale avevano grande splendore nel medioevo e nel Rinascimento. Dopo una relativa eclissi, la tradizione fu ripresa nel diciannovesimo secolo e alcune città come Colonia e Magonza cercarono di gareggiare con Venezia e Roma per attirare turisti stranieri.

Nell’America latina, il carnevale è nato spontaneamente a Bahia e a Rio de Janeiro nel diciannovesimo secolo, si connette alla tradizione folcloristica locale, ma in parte si è europeizzato. Qui la musica e la danza sono essenziali nei festeggiamenti. Tutt’oggi il carnevale di Rio è uno dei rari esempi di carnevale che ha potuto conciliare le tradizioni tipiche e il fasto artificiale destinato ad attirare turisti stranieri.

Le tradizioni legate alla festività

Fonte: Pixabay

Sono molte le tradizioni carnevalesche, tutte volte alla gioia e al divertimento tipiche di questa festività.
Principalmente in un carnevale non può mancare la maschera, i travestimenti, così come i coriandoli e spesso anche le sfilate che possono includere anche i carri.

Per quanto riguarda le maschere, ogni regione italiana ne ha una o più tipica; così come i festeggiamenti in alcune città si caratterizzano con momenti diversi e speciali.

Le maschere tradizionali delle varie regioni

L’Italia è un paese ricco di tradizioni carnevalesche e soprattutto per le maschere. Le origini sono le più disparate, alcune maschere son nate nel teatro dei burattini o nella Commedia dell’arte, altre invece sono originali simboli del carnevale.

  • Abruzzo: Frappiglia
  • Basilicata: Rumit’, un costume da uomo-albero.
  • Calabria: Giangurgolo, è una maschera della Commedia dell’arte.
  • Campania: Pulcinella, maschera simbolo del carnevale italiano. Nasce nella Commedia dell’Arte, ma poi avrà fortuna al teatro dei burattini.
  • Emilia Romagna: Dottor Balanzone, ha preso forma nella Commedia dell’arte.
  • Friuli Venezia Giulia: le maschere dei Blumari e Pust.
  • Lazio: Rugantino, maschera conosciuta in tutta Italia che ha anche ispirato uno spettacolo musicale.
  • Liguria: Capitan Spaventa della Commedia dell’arte.
  • Lombardia: Arlecchino, la maschera per eccellenza insieme a Pulcinella del carnevale italiano. Accanto a questa, tipica della regione è anche Meneghino.
  • Marche: Anche se piccola come regione, ha maschere tipiche di varie zone come Musciolino, Papagnoco e Burlandoto.
  • Molise: Tre folletti o Tre monaci, sono maschere folcloristiche arcaiche.
  • Piemonte: Gianduja, simbolo di Torino e insieme alla moglie Giacometta erano originariamente dei burattini.
  • Puglia: Farinella del Carnevale di Putignano, un giullare con un abito a riquadri multicolori.
  • Sardegna: un capitolo a parte, in quanto è una regione ricca di maschere arcaiche legate a riti propiziatori. I più famosi sono i Mamuthones.
  • Sicilia: Peppe Nappa della Commedia dell’Arte.
  • Toscana: Stenterello dalla Commedia dell’Arte e Burlamacco simbolo del Carnevale di Viareggio.
  • Trentino Alto Adige: in questa regione il carnevale è di tipo alpino. Tra i più famosi ci sono i Matoci e gli Schnappviechern.
  • Umbria: Bartoccio è la più nota.
  • Valle d’Aosta: Le Landzette.
  • Veneto: Le maschere celebri della Commedia dell’arte, cioè Pantalone, Colombina, Rosaura e Brighella. Arlecchino è considerata una maschera anche Veneziana, nonostante sia originaria di Bergamo.

I festeggiamenti al Carnevale di Venezia

Probabilmente il più famoso al mondo, il carnevale di Venezia ha origine in tempi antichissimi. I primi documenti che ne testimoniano le celebrazioni risalgono al 1904, in un documento del doge ed è anche il primo testo scritto in cui è presente la parola carnevale.

Attualmente i festeggiamenti del carnevale sono concentrati in undici giorni, dal sabato precedente il Giovedì grasso fino alla conclusione con il Martedì grasso. Feste, teatri itineranti, balli e galà fanno rivivere il carnevale veneziano ogni anno. Inoltre due eventi tradizionali sono ancora oggi praticati, si tratta della Festa delle Marie e il Volo dell’Angelo. Quest’ultimo consiste, nella prima domenica di carnevale, nel far volare una donna imbragata, la Colombina, dal campanile di San Marco fino al Palazzo Ducale.

I festeggiamenti al Carnevale di Viareggio

Il carnevale di Viareggio è uno dei più famosi in Italia e nel mondo, ed è caratterizzato dalla sfilata di enormi carri allegorici e satirici. I festeggiamenti risalgono al 1873 e già a fine secolo sfilavano i famosi carri costruiti in legno. Successivamente venne utilizzata la cartapesta, come oggi, per creare i famosi carri tanto da far conoscere la città anche con il nome di “capitale della cartapesta”.

Dolci tipici di carnevale

dolci tipici di carnevale
Fonte: Pixabay

Come per le maschere e i festeggiamenti, ogni regione d’Italia si contraddistingue per i dolci tipici e tradizionali. I dolci carnevaleschi più famosi sono senza dubbio le chiacchiere, chiamate anche frappe o bugie.
I dolci di carnevale sono quindi:

  • Chiacchiere frappe o bugie: risalgono alle frictilia, dei dolci fritti nel grasso preparati nell’antica Roma nel periodo del calendario romano corrispondente al Carnevale della chiesa cattolica.
  • Castagnole: note in tutta Italia, ma originarie del settentrione. Sono delle frittelle dolci a forma di castagna.
  • Frittelle di mele
  • Krapfen di Carnevale: tipici dell’Alto Adige.
  • Arancini di Carnevale: delle Marche, consistono in una pasta sfoglia fritta con succo e buccia d’arancia.
  • Cicerchiata: tipica dell’Italia centrale. Sono palline fritte nello strutto, ricoperte di miele molto simili agli struffoli napoletani.
  • Culurgiones: della Sardegna sono morbidi ravioli dal cuore di mandorla.

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