Greenstyle Sostenibilità Consumi Raccolta differenziata in Italia rallenta, buoni risultati solo da 7 Regioni

Raccolta differenziata in Italia rallenta, buoni risultati solo da 7 Regioni

I dati sulla raccolta differenziata in Italia dimostrano un Paese spaccato in cui il Nord fa la differenziata e il Sud invece la sottovaluta.

Raccolta differenziata in Italia rallenta, buoni risultati solo da 7 Regioni

I dati dell’ultimo rapporto dell’Anci-Conai sulla raccolta differenziata in Italia non sono del tutto positivi. Pur registrando lievi incrementi in molte zone del nostro Paese, il rapporto mette in luce due aspetti poco esaltanti: l’Italia è spaccata in due e l’incremento della raccolta differenziata è rallentato in modo preoccupante.

Ma cominciamo dai dati oggettivi. Il tasso di raccolta differenziata rilevato nell’anno 2012 è stato del 39,9%; quello di riciclo è del 38,6%. Entrambi questi dati, secondo i parametri europei, dovrebbero superare il 50% entro il 2020. Anche se c’è ancora tempo, il fatto che siano rallentati vistosamente non concede scenari ottimistici. Mentre negli anni precedenti il numero dei Comuni che avevano avviato un buon sistema di raccolta differenziata aumentava a buon ritmo, l’incremento dal 2011 al 2012 per quanto riguarda il tasso di riciclo è stato di appena l’1,3%. Di questo passo l’obiettivo del 50% verrà mancato.

Altro dato preoccupante è che, ancora una volta, l’Italia risulta spaccata in due. La parte settentrionale del Paese, più precisamente il Nord-Est, infatti risulta avere già raggiunto l’obiettivo europeo grazie a quasi il 55% di tasso di raccolta differenziata. Lo stesso tasso nel Meridione invece si ferma ad appena il 25%. A dimostrazione di questo dato c’è anche la constatazione del fatto che su 20 Regioni italiane, solo 7 hanno superato il tasso del 50%, e sono quasi tutte del Nord. Si tratta di Piemonte, Val d’Aosta, Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia, a cui si aggiunge la Sardegna, unica Regione appartenente al Centro-Sud.

Prendendo in considerazione soltanto i singoli Comuni sopra i 10 mila abitanti, la situazione non cambia. Solo il 25% ha raggiunto l’obiettivo, e meno della metà sono al Sud. Queste percentuali non sono inutili. L’obiettivo del 50% entro il 2020 non è un mero capriccio del nostro Paese o della Comunità Europea, ma uno dei parametri obbligatori stabiliti da Bruxelles. Se l’Italia non dovesse rispettarlo si aprirebbe una (ennesima) procedura d’infrazione, con tanto di multa che saranno i cittadini a pagare. Inoltre il riciclo è anche un atto importante per la nostra salute, a prescindere da ciò che ci chiede l’Europa. Nel 2012 infatti, nonostante la percentuale non altissima, grazie al riciclo si sono evitate emissioni per 2,1 milioni di tonnellate di CO2, con tutte le conseguenze che ne derivano.

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