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Prostata: perché l’autoerotismo aiuta

I disturbi alla prostata sono frequenti nella popolazione maschile, soprattutto a partire dalla mezza età: i benefici di autoerotismo e masturbazione.

Prostata: perché l’autoerotismo aiuta

Tra le varie problematiche che affliggono la popolazione maschile, soprattutto a partire dalla mezza età, i disturbi della prostata risultano decisamente diffusi. In particolare, è l’ingrossamento di questa ghiandola a causare i maggiori disagi, con sintomi quali forte dolore, problemi urinari, difficoltà nel raggiungimento e nel mantenimento dell’erezione e problemi a livello intestinale. Non ultimo, l’infiammazione della prostata può essere anche un fattore di rischio per patologie ben più gravi, quali il tumore. Di recente, tuttavia, alcune ricerche hanno evidenziato come un’attività sessuale frequente, così come l’autoerotismo, possano avere effetti preventivi per le problematiche della ghiandola, garantendone il normale funzionamento nel tempo. Per quale ragione?

Di seguito, qualche informazione di base sulla prostata e sulle sue funzioni, nonché alcune delle ultime evidenze scientifiche sul ruolo dell’attività sessuale nella salute di questa ghiandola. Naturalmente, è doveroso specificare come qualsiasi disturbo debba essere vagliato e diagnosticato dallo specialista, quindi il consulto con l’andrologo e l’urologo rimane sempre imprescindibile.

Prostata: le funzioni

Andrologo
Fonte: Monkey Business Images via Shutterstock

La prostata è una ghiandola appartenente all’apparato genitale maschile. Posta sotto la vescica, comprendendo anche la parte iniziale dell’uretra, la prostata si localizza a circa cinque centimetri dall’ano. Di dimensioni normali all’incirca pari a una castagna, la ghiandola può essere esaminata per via rettale per verificarne forma, grandezza e funzionalità.

La funzione principale della prostata è quella di produrre ed emettere il liquido spermatico: si tratta di uno degli elementi costituenti della sperma, in grado di contribuire anche per il 30% al volume dell’eiaculato, e ha la scopo di nutrire gli spermatozoi e agevolarne l’espulsione tramite l’uretra, durante l’eiaculazione. Non è però tutto, poiché le secrezioni prostate aumentano la resistenza degli spermatozoi alle condizioni del canale vaginale femminile, sia agendo come barriera ai batteri che sul controllo del PH.

Tra i disturbi più diffusi della prostata, vi sono l’ipertrofia benigna e il tumore, quest’ultimo uno dei più frequenti nel genere maschile. Sebbene il rischio aumenti con l’età, soprattutto a partire dai 50 anni, un ingrossamento della ghiandola può avvenire in qualsiasi fase della vita e per le più svariate ragioni, dalla semplice vita sedentaria a infezioni, giusto per fare un paio d’esempi. La diagnosi spetta infatti allo specialista, in grado di individuare con precisione le origini del proprio disturbo e tratteggiare il percorso di cura più adeguato. Come già accennato in apertura, una prostata infiammata può dar luogo a diverse manifestazioni, quali un dolore molto intenso, disfunzioni nella minzione, difficoltà nel raggiungere e mantenere l’erezione, problemi intestinali e molto altro ancora.

Benefici dell’autoerotismo

Uomo a letto
Fonte: Monkey Business Images via Shutterstock

Alcuni studi recenti hanno dimostrato come un’attività sessuale frequente, in particolare sul fronte della masturbazione, possa avere effetti benefici e preventivi per la prostata. In particolare, una ricerca condotta dall’Università di Harvard nell’arco di 10 anni, e pubblicata sulla rivista scientifica European Urology, ha svelato come sesso e autoerotismo possano non solo allontanare il rischio d’ingrossamento, ma anche ridurre sensibilmente le chances di sviluppare una neoplasia della ghiandola.

Lo studio ha coinvolto un campione rappresentativo di 31.925 uomini, tramite un follow up tra il 1992 e il 2010, con un’età media di 59 anni al termine dell’indagine. A scadenze regolari – tra i 20 e i 29 anni, tra i 40 e i 49 e a 12 mesi dalla conclusione della raccolta dei dati – è stato chiesto ai partecipanti di indicare la frequenza dell’eiaculazione su base mensile. Al termine del follow up, 3.839 persone hanno sviluppato un tumore prostatico e, di queste, 384 hanno purtroppo perso la vita. Tuttavia, dai dati è emerso come la neoplasia, così come altri problemi della ghiandola, abbiano coinvolto principalmente gli uomini dal numero di emissioni di sperma minori a livello mensile, con livelli anche particolarmente bassi di attività autoerotica. Per contro, i partecipanti più dediti all’attività sessuale si sono dimostrati anche meno soggetti a qualsiasi forma di disturbo. Si è quindi dedotto come il rischio di sviluppare un tumore sia anche del 20% più basso fra coloro che eiaculano 21 volte nell’arco di un mese, rispetto a chi invece vede una frequenza meno intensa, dalle quattro alle sette volte in trenta giorni.

Sebbene i meccanismi non siano al momento conosciuti nel dettaglio, sembra che l’attività sessuale frequente stimoli la corretta funzionalità prostatica, evitando ristagni delle secrezioni della ghiandola che, a lungo andare, possono causare infiammazione, quest’ultima fattore di elevato rischio per lo sviluppo di neoplasie. In questo senso, la masturbazione si sarebbe rivelata decisamente indicata poiché – rispetto all’amplesso tra partner, soprattutto fra gli uomini non coinvolti in relazioni durature o dalle ridotte occasioni di incontro – permetterebbe di raggiungere con facilità il numero di ripetizioni mensili tali da risultare protettive.

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