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Pressione alta: i cibi da scegliere e quelli da evitare

Contro la pressione alta molto si può fare a tavola, ecco alcuni alimenti da scegliere e altri da evitare per tenere sotto controllo l'ipertensione.

Pressione alta: i cibi da scegliere e quelli da evitare

Fonte immagine: Beetroot / Shutterstock

La pressione alta è una patologia da non sottovalutare, neanche a tavola. L’alimentazione gioca un ruolo chiave nel tenere sotto controllo l’ipertensione, come ricordano tre nutrizionisti della University of Newcastle, in Australia, che consigliano la loro personale lista di cibi e condimenti da consumare o al contrario da evitare.


Tra gli alimenti più consigliati in caso di ipertensione vi è la barbabietola rossa, grazie alla sua naturale ricchezza di nitrato. Quest’ultimo viene convertito durante il processo digestivo in monossido di azoto inducendo la vasodilatazione delle arterie e una conseguente riduzione della pressione sanguigna.

A supporto di questa tesi i tre nutrizionisti hanno indicato come in un recente studio, che ha visto coinvolti 68 individui adulti. Coloro che avevano ricevuto 250 ml di succo di barbabietola al giorno per quattro settimane (rispetto al gruppo di controllo, che ha consumato un placebo) avevano visto ridursi la pressione “massima” (sistolica) di 7,7 mmHg e la “minima” (diastolica) di 5,2 mmHg.


Ottimo anche il supporto fornito dalla vitamina C, presente in alcuni tipi di frutta e verdura. Assumerne 500 mg al giorno per 8 settimane consentirebbe, secondo precedenti studi, la riduzione della pressione sanguigna di 3,84 mmHg (sistolica) e 1,48 mmHg (diastolica). Via libera anche per i fiocchi d’avena, che favorirebbero una riduzione della “minima” di 0,11 mmHg ogni grammo di prodotto consumato (quantitativo consigliato 30 grammi per gli uomini e 25 per le donne).

Il sale è ai primi posti per quanto riguarda alimenti e condimenti da evitare secondo i nutrizionisti australiani, seppure si trovi in una posizione tutt’altro che isolata.

Da valutare con molta attenzione anche il consumo di caffè, il cui contenuto di caffeina porterebbe all’aumento (con appena una tazza di caffè forte) della sistolica di 8.1 mmHg e della diastolica di 5.7 mmHg (per una durata dell’effetto fino a 3 ore dopo l’assunzione). Negative anche le ripercussioni in caso di ipertensione anche in seguito al consumo di alcol o di liquirizia.

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