Greenstyle Alimentazione Olio di palma idrogenato: significato e proprietà

Olio di palma idrogenato: significato e proprietà

L'olio di palma idrogenato: che cos'è, le caratteristiche nutrizionali, gli usi comuni, l'assunzione nella dieta e i possibili effetti sulla salute

Olio di palma idrogenato: significato e proprietà

L’olio di palma idrogenato è il prodotto di una trasformazione industriale che serve a renderlo solido anche a temperature elevate, ossia superiori ai 160 °C. Il procedimento prevede un passaggio di idrogenazione e l’aggiunta di trigliceridi. L’olio idrogenato diventa più stabile durante la fase di conservazione degli alimenti e questo è un vantaggio dal punto di vista soprattutto commerciale. La qualità nutrizionale del prodotto alimentare, tuttavia, si riduce notevolmente.

Già l’olio di palma è uno dei grassi di origine vegetale più discusso in merito alle sue qualità nutritive. Si tratta infatti di un olio già naturalmente ricco di acidi grassi idrogenati.

Da circa un anno e mezzo è in corso una continua ricerca di approfondimenti in merito alle proprietà di questo olio e ai rischi per la salute che sono associati al suo utilizzo. Il 13 dicembre 2014 è diventata legge una norma approvata nel 2011 dall’Unione Europea: tutti i prodotti in commercio devono riportare sull’etichetta il tipo di grassi utilizzati per la preparazione. Da quel momento le industrie hanno dovuto dettagliare il contenuto di grassi ed evitare di avvalersi della generica indicazione “oli vegetali”.

Questa normativa ha reso evidente ai consumatori e al mondo scientifico la grande diffusione dell’olio di palma negli alimenti di origine industriale.

L’olio di palma è un grasso già semi-solido a temperatura ambiente, perché appunto costituito per la maggior parte da grassi saturi, nella versione idrogenata lo è ancora di più e il suo eccessivo consumo è legato all’aumento del rischio di soffrire di malattie – anche gravi – dell’apparato cardiovascolare.

Olio di palma: composizione

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Fonte: Grissini via pixabay

L’olio del frutto della palma è costituito per circa il 50% da grassi idrogenati, mentre gli acidi grassi mono insaturi e polinsaturi sono solo il 37% e il 9% del peso rispettivamente. Questa composizione nutrizionale lo rende un grasso di scarsa qualità, che contribuisce in maniera sostanziale all’apporto quotidiano di grassi saturi nella dieta, soprattutto dei bambini.

Un individuo adulto sano che segue una dieta che apporta circa 2.000 kcal al giorno dovrebbe assumere quotidianamente al massimo 22 g di grassi saturi. Considerata l’ampia diffusione dell’olio di palma, è chiaro che quest’ultimo contribuisce in maniera sostanziale all’apporto di grassi idrogenati totale.

Questo aspetto è stato sottolineato anche dall’Istituto Superiore di Sanità: il consumo quotidiano di prodotti da forno, snack e tanti altri alimenti industriali, associato al normale utilizzo di latticini latte e carne, favorisce l’eccessiva assunzione di grassi saturi.

Olio di palma idrogenato

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Fonte: Snack fritti via pixabay

L’olio di palma idrogenato è dal punto di vista nutritivo ancora più discutibile: contiene anche una certa quantità di acidi grassi trans che sono notoriamente nocivi per la salute. Diversi studi scientifici hanno correlato l’eccessiva assunzione di grassi trans ad alterazioni, anche gravi, del metabolismo dei lipidi e della struttura delle membrane cellulari.

Gli alimenti che sono ricchi di grassi trans favoriscono l’aumento della concentrazione del colesterolo cattivo, ovvero il colesterolo LDL e la formazione di placche arterosclerotiche.

Considerato l’interesse del mondo scientifico e di molte associazioni di consumatori, molte industrie alimentari hanno iniziato a ridurre l’utilizzo dell’olio di palma scegliendo di modificare le ricette. Di recente è aumentata l’offerta di alimenti “palm free” e di prodotti con oli vegetali più salutari.

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