Greenstyle Sostenibilità Energia Incentivi fotovoltaico, le associazioni scrivono a Passera

Incentivi fotovoltaico, le associazioni scrivono a Passera

Anie/Gifi, Aper, Assosolare e Asso Energie Future scrivono a Passera: "Basta con lo Stop&Go degli incentivi, serve chiarezza".

Incentivi fotovoltaico, le associazioni scrivono a Passera

Anie/Gifi, Aper, Assosolare e Asso Energie Future: ad occhio non manca nessuno. Le associazioni dell’energia fotovoltaica si ricompattano dopo le recenti parole del ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera contro gli incentivi al fotovoltaico, anche in vista del prossimo (ancora ipotetico) Quinto Conto Energia.

In una nota congiunta le quattro associazioni chiedono una sola cosa: chiarezza. Cioè stabilità degli incentivi che non possono cambiare ogni sei mesi, come succede adesso, impedendo all’industria di programmare investimenti e ricerca. Spiegano Anie, Aper, Assosolare e Asso Energie Future:

E’ necessaria una strategia energetica per supportare il tessuto produttivo nazionale nel rispetto degli obiettivi fissati a livello europeo. Per supportare questo processo occorre però avviare una condivisione tra Governo e settore delle rinnovabili

Mentre il governo, in questo momento, lancia segnali di voler cambiare di nuovo gli incentivi contro la volontà di operatori e associazioni. Eppure, spiegano queste ultime, l’incentivazione dell’energia dal sole ha già prodotto ottimi risultati, sia dal punto di vista ambientale che economico:

Ad oggi lo sviluppo delle Rinnovabili ha sicuramente prodotto un primo risultato in termini di riduzione delle emissioni di CO2. Il solo fotovoltaico ha generato circa 39 miliardi di euro di PIL nel 2011 come emerge dal rapporto CRESME alimentando un’imprenditoria diffusa ed un flusso di occupazione giovanile

Ci vuole, quindi, certezza del quadro normativo e degli incentivi:

In particolare il Conto Energia ha permesso una vivacità del settore e una reazione da parte dell’imprenditoria e degli investitori, attirando anche capitali stranieri. Solo l’incertezza e la mancanza di un percorso equilibrato e controllato di revisione a medio – lungo termine hanno creato un effetto “stop&go” provocando di fatto uno stallo come quello registrato negli ultimi mesi.

Poi le associazioni vanno al punto dolente: c’è un conflitto tra gli interessi dei produttori di energie rinnovabili e quelli dell’industria tradizionale dell’energia. Integrare passato e futuro è la soluzione:

L’integrazione razionale tra fonti fossili e fonti rinnovabili è dunque possibile dal punto di vista tecnologico. La tutela degli interessi su investimenti privati deve sì essere gestita, ma non può impedire la trasformazione del sistema. La minore utilizzazione di centrali esistenti comporta una gestione della transizione tra sistemi come quella che fu gestita all’indomani della liberalizzazione (cfr. stranded cost), ma nel contempo costituisce uno stimolo ad una trasformazione dell’industria elettrica verso uno scenario di sicurezza degli approvvigionamenti energetici e di sostenibilità ambientale

Ecco la questione: superare le resistenze dell’industria della generazione elettrica tradizionale che, nell’ultimo secolo, ha costruito l’infrastruttura energetica che oggi utilizziamo. E crearne una nuova, capace di integrare il vecchio e il nuovo. Ma, in questa sfida tecnologia, i soldi sono pochi e devono andare all’energia del futuro, non a quella del passato.

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