Greenstyle Benessere Rimedi naturali Imparare una seconda lingua aiuta contro la demenza

Imparare una seconda lingua aiuta contro la demenza

Il bilinguismo protegge il cervello dall'invecchiamento, prevenendo il rischio di demenza.

Imparare una seconda lingua aiuta contro la demenza

Per proteggere il cervello dal declino cognitivo legato all’avanzare dell’età e prevenire la demenza è utile apprendere una seconda lingua. Lo rivela un recente studio condotto da un’équipe di ricercatori dell’Università di Edinburgo, in Scozia. La ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica Annals of Neurology, ha preso in esame un campione di 853 persone sottoposte a un primo test di intelligenza nel 1947, all’età di 11 anni, nell’ambito dello studio “Lothian Birth Cohort 1936”. I partecipanti, tutti di madrelingua inglese, sono stati sottoposti a un nuovo test di intelligenza tra il 2008 e il 2010, quando avevano ormai raggiunto la settantina. Nessuno era un immigrato e tutti avevano vissuto sempre a Edinburgo o nelle immediate vicinanze.

All’interno del gruppo 262 persone avevano appreso una seconda lingua nel corso della loro vita, 195 prima di compiere i 18 anni, e 65 successivamente. Restano poco chiare le circostanze in cui i rimanenti due sarebbero diventati bilingue. Solo 19 avevano appreso una seconda lingua nel corso della prima infanzia, a un’età inferiore agli 11 anni. Tutti sono stati sottoposti a una serie di test cognitivi per misurare le loro abilità verbali, le facoltà di comprensione e lettura, la capacità di ragionare in modo lucido e il loro lessico. Dai risultati è emerso che chi era bilingue era più lucido e intelligente ed eccelleva nella lettura. Coloro che conoscevano tre o più lingue riportavano punteggi ancora maggiori.

Lo studio dimostra chiaramente che i benefici per la salute che derivano dall’apprendimento di una seconda lingua sono considerevoli anche quando viene appresa in età adulta. Come illustrano gli autori, coordinati dal dottor Thomas Bak:

Gli effetti del bilinguismo sono paragonabili a fattori come la variazione del gene per l’apolipoproteina E (gene legato al rischio di Alzheimer, NdR), l’attività fisica e l’astenersi dal fumare.

Altro dato confortante emerso dallo studio è che non occorre padroneggiare completamente la seconda lingua per ottenere un effetto protettivo contro la demenza senile. Molte persone coinvolte nella ricerca, infatti, non parlavano fluentemente la seconda lingua e l’avevano appresa per i motivi più disparati in età adulta: per lavoro, per motivi familiari, all’università. Anche se non si raggiungono risultati perfetti, come nel caso dei bambini nati da genitori di lingue diverse, il cervello beneficia enormemente dell’apprendimento di un’altra lingua e il declino cognitivo rallenta.

Questo studio supporta i risultati di una ricerca pubblicata lo scorso anno sul Journal of Neuroscience. I ricercatori dello University of Kentucky College of Medicine scoprirono che il cervello di un adulto bilingue ragiona più fretta e in modo più efficiente rispetto a quello di un monolingue. Entrambi gli studi sono giunti alla conclusione che imparare una seconda lingua è un rimedio naturale contro la demenza.

Le informazioni riportate su GreenStyle sono di natura generale e non possono essere utilizzate per formulare indagini cliniche, non devono essere considerate come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento, l’assunzione o la sospensione di un farmaco , non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico generico, di uno specialista , di un dietologo o di un fisioterapista. L’utilizzo di tali informazioni e’ sotto la responsabilita’, il controllo e la discrezione unica dell’utente. Il sito non e’ in alcun caso responsabile del contenuto, delle informazioni, dei prodotti e dei servizi offerti dai siti ai quali greenstyle.it puo’ rimandare con link.

Seguici anche sui canali social

Ti potrebbe interessare

PFOA: cos’è, dove si trova e rischi per la salute
Salute

Il PFOA, o acido perfluoroottanoico, è un composto chimico utilizzato nella produzione di vari prodotti di consumo, in primis, i rivestimenti antiaderenti di pentole e padelle ed i tessuti impermeabili. Può contaminare l’acqua, il suolo e l’aria, e comportare rischi per la salute umana – grazie anche alla capacità che ha di permanere a lungo dopo il rilascio – dovuti alla correlazione esistente tra tale sostanza e il cancro nell’uomo.