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Gatto dal palato difficile: la scienza spiega perché

La scienza spiega perché il gatto spesso si rifiuti di mangiare, dimostrando un gusto davvero esigente: colpa della percezione del sapore acido.

Gatto dal palato difficile: la scienza spiega perché

Tutti i proprietari di un felino potranno certamente confermarlo: il gatto ha un palato difficile da soddisfare, tanto che trovare la pietanza giusta per il pranzo o la cena può essere impresa molto ardua. Basta cambiare marca di croccantini, o addirittura aggiungere una quantità diversa di un ingrediente nella pappa preparata in casa, e il micio si rifiuta di assaporare quanto di preparato. A dispetto delle credenze popolari, tuttavia, non si tratta di capricci, né di pretese di un gatto fin troppo viziato: a spiegare il comportamento dei felini in relazione al sapore, arriva in questi giorni un nuovo studio.

Pubblicata sulla rivista scientifica Neuroscience, la ricerca in questione si propone di analizzare come i gatti percepiscano i sapori. E le evidenze sono certamente interessanti: i felini domestici, infatti, sembrano possedere un gusto estremamente diverso da quello degli umani, tanto da non percepire o non riuscire a distinguere dei sapori che per i proprietari sono facilmente identificabili.

I ricercatori, tra cui Joseph Rucker di Integral Molecular e Nancy Rawson di AFB International, hanno voluto innanzitutto identificare come i gatti percepiscano quello che gli umani definiscono come “gusto acido”, poiché una delle basi per la combinazione delle percezioni del palato. Il recettore di questo sapore, noto come Tas2r38, nei felini sarebbe molto meno sensibile rispetto agli umani, mentre quasi del tutto assente sarebbe l’identificazione dei componenti PTC e Prop, anche questi deputati al riconoscimento dell’acido. Così spiega Rucker:

Il gusto acido nei felini non è mai stato ben studio. Abbiamo applicato la nostra esperienza nello studiare le proteine delle membrane, come i recettori del gusto, per garantire un primo sguardo su come i gatti domestici percepiscano a livello molecolare l’acidità nel cibo. Ci siamo sorpresi nel vedere come uno dei recettori del gusto del gatto abbia risposto a un range molto più limitato di acido rispetto agli umani.

In compenso, i felini sarebbero più sensibili al Tas2r43 – un composto anch’esso acido, tipico del denatonio, spesso utilizzato per evitare che gli animali domestici ingeriscano prodotti chimici tossici come l’antigelo – mentre quasi del tutto ignari della saccarina. Così spiega Nancy Rawson:

Ci confrontiamo con le sfide dei gatti esigenti ogni giorno. È eccitante scoprire una risposta inattesa al recettori dell’acido, mai descritta prima in letteratura per altre specie. Queste e le future scoperte saranno inestimabili nel formulare cibi per gatti graditi, così come anche per migliorare l’accettazione delle medicine.

Un precedente studio del 2005 aveva confermato come i gatti fatichino a percepire il dolce. Con l’assenza della dolcezza tipica di molti alimenti, e una percezione dell’acido a volte troppo spenta e altre troppo accesa, è facile comprendere perché il quadrupede sia spesso restio al pranzo, ben lontano da capricci e vizi.

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