Greenstyle Ambiente Animali Gatti e tumore al cervello: non sempre è letate

Gatti e tumore al cervello: non sempre è letate

Il meningioma è un tumore che può colpire il gatto sulla zona delle meningi: facilmente operabile, può garantire un esito post operatorio positivo.

Gatti e tumore al cervello: non sempre è letate

Anche i gatti possono ammalarsi e tra le problematiche più incisive possiamo individuare il tumore al cervello, una malattia spesso aggressiva e anche mortale. Una delle forme più comuni è il meningioma: interessa la zona delle meningi che circondano il cervello e il midollo spinale e, proprio per questo, può comunque risultare maggiormente più facile da asportare dal punto di vista chirurgico. Questa tipologia di tumore si presenta nei felini con una percentuale pari al 56%. Le cellule tumorali investono le meningi, da cui appunto prende il nome.

La crescita di questo tipo di tumore appare spesso lenta, con formazione di masse solitarie nella zona incriminata. Questo procedimento rende, il più delle volte, il tumore trattabile e quindi asportabile. Ovviamente la sua presenza può influire sulle funzioni del cervello, creando una forte pressione durante il suo sviluppo, con conseguenze negative. La patologia è comunque seria e grave, ma non sempre il tumore può rivelarsi letale e mortale. Tra tutti forse il meningioma è quello su cui si può maggiormente lavorare, con discreti esiti finali per il gatto.

Sintomi e segni clinici

Gatto malato
Fonte: Portrait of slipping yellow sad sick cat and woman lying at home via Shutterstock Portrait of slipping yellow sad sick cat and woman lying at home via Shutterstock

Come anticipato il meningioma possiede una crescita lenta, quindi anche i sintomi si presentano gradualmente. Tra questi possiamo individuare un’andatura instabile, lenta e faticosa, in particolare nei pressi di scale e gradini. Può svilupparsi una perdita d’equilibrio, un abbassamento della vista, una condizione di depressione e confusione quindi di debolezza generale. Il gatto potrebbe deglutire a fatica, quindi rigettare, dimostrare disinteresse verso il cibo oppure al contrario un appetito famelico.

Il peso potrebbe variare drasticamente, l’animale risultare apatico e poco coinvolto dalle attività solite del quotidiano. Potrebbero presentarsi forte dolore e pressione alla testa, convulsioni, crisi epilettiche, paralisi, crollo fisico fino al coma. Spesso anche il pelo e il corpo del gatto possono emanare un odore forte e fastidioso, segnale della presenza della malattia. Alle prime avvisaglie sospette, è importante condurre il micio dal veterinario che potrà effettuare gli esami di rito, ad esempio emocromo, esame delle urine, test per valutare o meno la presenza di altri virus. Fino agli esami neurologici, compresa risonanza magnetica e TAC.

Cura

Per eliminare il problema letteralmente alla radice è bene intervenire chirurgicamente, quindi una volta individuato il meningioma il veterinario potrà indicare la clinica medica più attrezzata. Oppure se abilitato operare direttamente il gatto, in quanto la procedura non è totalmente invasiva trattando la testa di poco sotto il cranio. Il post-operatorio comprende un periodo di osservazione pari a 26 mesi, durante i quali il gatto verrà sottoposto a visite e controlli frequenti. La percentuale di successo è molto alta, circa il 78% dei mici operati superati i 26 mesi non ha mostrato segni di recidive.

Ovviamente ogni caso deve essere valutato singolarmente considerando molti fattori come l’età del gatto, la presenza di altre patologie quindi il tipo di aggressività del meningioma. L’operazione potrebbe avere costi molto alti e proibitivi, ma ottimi esiti di riuscita che escluderebbero anche l’impiego della chemioterapia e delle radiazioni. In quanto per i gatti non è consigliato il loro impiego. Al contrario i corticosteroidi riducono il gonfiore e alleviano il dolore, sempre in previsione dell’operazione e su indicazione veterinaria.

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