Greenstyle Sostenibilità Energia Fotovoltaico plug and play: mercato italiano frenato da burocrazia

Fotovoltaico plug and play: mercato italiano frenato da burocrazia

Il fotovoltaico plug and play stenta a decollare in Italia a causa del complesso iter burocratico e dei costi di abilitazione del contatore.

Fotovoltaico plug and play: mercato italiano frenato da burocrazia

Il fotovoltaico plug and play a dispetto dei costi contenuti e della semplicità d’installazione e utilizzo stenta a decollare in Italia. Un approfondimento realizzato dal portale specializzato QualEnergia illustra i principali freni alla diffusione della tecnologia sul mercato italiano.

L’ingegner Diego Canestrelli esperto di prodotti fotovoltaici plug and play fa notare che in altri Paesi europei come la Germania e l’Olanda i sistemi fotovoltaici portatili vengono commercializzati nei supermercati, come fossero dei comuni elettrodomestici.

Gli impianti, dotati di un piccolo inverter, possono essere installati sul balcone e collegati direttamente alla presa elettrica, permettendo un risparmio dai 150 ai 250 euro all’anno sulla bolletta elettrica. In Italia questa tipologia d’impianto accede alla procedura semplificata perché ha una potenza inferiore a 1 kWp. Il costo dei pannelli fotovoltaici, pari a 1.600 euro per 1000 watt, può essere dimezzato e ammortizzato in 10 anni grazie alle detrazioni fiscali del 50%.

In Italia per connettere l’impianto alla rete bisogna però inoltrare una richiesta all’Enel, chiedendo l’abilitazione del contatore alla bidirezionalità. Il progetto va redatto da un elettricista. Una procedura che fa lievitare i costi e rende più complessa e lunga l’installazione di un impianto che fa della semplicità e dell’immediatezza i suoi punti di forza. L’abilitazione ha un costo sproporzionato di 240 euro.

Secondo l’esperto se anche in Italia queste spese accessorie venissero azzerate e i contatori fossero già abilitati alla bidirezionalità il fotovoltaico plug and play potrebbe finalmente decollare. L’utente fino a poco tempo fa poteva optare per un’alternativa più costosa per evitare l’iter autorizzativo: l’installazione di un sistema d’accumulo domestico. Grazie alla batteria l’energia in eccesso veniva accumulata per i consumi futuri senza finire in rete.

Di recente il GSE ha stabilito anche per questi prodotti l’obbligo di seguire la procedura tecnico-burocratica prevista per i sistemi di accumulo e di back-up. Senza contare che l’installazione di un sistema d’accumulo in Italia è conveniente soprattutto per le utenze non connesse alla rete. Il GSE vieta inoltre di aggiungere pannelli plug and play ai vecchi impianti fotovoltaici incentivati già connessi a contatori bidirezionali.

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