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Delfini: moria nelle acque livornesi

Una cifra in crescita quella dei 29 delfini deceduti in soli quattro mesi, maggiormente colpita la costa toscana: le cause sono da imputare a un virus.

Delfini: moria nelle acque livornesi

Una strage di delfini è quello che sta avvenendo nelle acque della zona del litorale toscano, 29 esemplari deceduti in soli 4 mesi. La causa sarebbe da ricondurre a un’epidemia di morbillo, responsabile dei decessi a ripetizione. Ma non solo, alcuni studiosi non escludono colpe all’indirizzo dell’inquinamento e delle innumerevoli sostanze tossiche gettate in mare.

>>Leggi la precedente notizia sulla moria di delfini in Italia

L’ultimo caso rinvenuto è avvenuto lungo le coste del mare di Antignano, a sud di Livorno, dove un pescatore ha segnalato la presenza di un corpo in decomposizione. Secondo Marco Costantini, responsabile nazionale della sezione mare del Wwf:

Sulla base dei dati autoptici è stata evidenziata un’epidemia di morbillivirus, patologia virale che colpisce i cetacei. Dai dati attuali non si evidenzia una correlazione tra la morte di questi delfini e i fenomeni di sversamento in mare di sostanze nocive o episodi legati ai bidoni tossici persi un anno fa da un cargo della Grimaldi a largo dell’isola di Gorgona, di fronte a Livorno. Se effettivamente fossimo in condizioni di acqua estremamente inquinata ci sarebbero morie anche di altre specie.

>>Guarda come i delfini comunicano tra di loro

L’Arpat assicura controlli delle acque a cadenza quindicinale o mensile, con risultati qualitativamente positivi. Invece Sandro Mazariol, professore del dipartimento di sanità pubblica, patologia comparata ed igiene veterinaria dell’università di Padova, non può escludere colpe da parte di sostanze tossiche come i Pcb, policlorobifenili, cioè agenti inquinanti simili alla diossina. La loro presenza è il risultato di un processo industriale smaltito nelle acque marine, divenuto parte integrante dell’ecosistema fino a corromperlo e degradarlo. Tutto ciò agisce sulla salute dei delfini, rendendoli più fragili, deboli e immunodepressi quindi attaccabili dal virus.

>>Leggi la storia della balenottera spiaggiata

I dati legati alle morti di questi animali risultano allarmanti, a livello nazionale gli esemplari deceduti hanno raggiunto la cifra di 120 elementi a fronte dei 35 per tutto il 2012. A quanto pare il morbillivirus, già presente anche negli anni 90, sta agendo con velocità silenziosa e precisa.

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