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Cibo: quello perfetto è sostenibile secondo i consumatori

Riconoscere i prodotti agroalimentari sostenibili molto importante per i consumatori secondo un'indagine Doxa.

Cibo: quello perfetto è sostenibile secondo i consumatori

Nell’anno dell’Expo di Milano, l’esposizione universale dedicata all’alimentazione sostenibile, Massimo Marino e Carlo Alberto Pratesi si interrogano su quale sia la dieta migliore per la salute e per l’ambiente nel libro “Il cibo perfetto”, pubblicato da Edizioni Ambiente.

Il volume, con prefazione di Alessandro Cecchi Paone, riporta i dati di un’indagine realizzata da Doxa su commissione della COOP sulla concezione del cibo nelle diverse culture. Per i britannici, i cinesi, gli indiani, i brasiliani e gli americani nella dieta prevale l’aspetto salutistico: il cibo deve garantire nutrimento e benessere.

I tedeschi danno invece grande importanza al gusto, mentre per gli italiani il cibo ha anche una connotazione sociale. A livello globale risulta in crescita l’interesse dei consumatori verso un’alimentazione che sia anche sostenibile per l’ambiente.

Marino e Pratesi ricordano che oggi esistono diversi strumenti che permettono ai consumatori di riconoscere i cibi con una bassa impronta ecologica e di sostenere le filiere agroalimentari più virtuose. Il consiglio degli autori de “Il cibo perfetto” ai consumatori è di prestare molta attenzione alle campagne di informazione ambientale delle aziende, alle etichette e al packaging per capire quanto è sostenibile un prodotto.

Le aziende alimentari pubblicano ad esempio i dati sul ciclo di vita del prodotto. Informazioni che permettono di sapere quali materie prime sono state impiegate nel processo di trasformazione, da dove provengono, con quali metodi sono state coltivate.

Un altro indicatore utile per riconoscere un cibo sostenibile è la carbon footprint, l’impronta di carbonio. Questo parametro misura le emissioni di gas serra generate dal processo produttivo: dal metano prodotto negli allevamenti di bestiame ai combustibili fossili utilizzati negli stabilimenti alimentari.

In un mondo sempre più colpito dalla scarsità idrica acquista rilievo anche l’impronta idrica di un cibo. Questo indicatore calcola quanti litri d’acqua si sono rivelati necessari nell’intero ciclo di vita del prodotto: dalla coltivazione delle materie prime al processo di trasformazione fino alla cottura. L’impronta ecologica misura invece il consumo di risorse naturali complessivo di un cibo.

Dopo aver acquistato un prodotto sostenibile è altrettanto fondamentale cucinarlo a basso impatto. Gli autori hanno dedicato una sezione alla cucina sostenibile, con tanti consigli per ridurre gli sprechi alimentari e risparmiare acqua ed energia durante la preparazione e la cottura dei cibi.

Gli esperti suggeriscono ad esempio di utilizzare solo un litro di acqua ogni 100 grammi di pasta; di portare l’acqua a ebollizione in una pentola dotata di coperchio e di utilizzare la pentola a pressione per accorciare i tempi di cottura.

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