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Cellulari aumentano rischio tumori, studio USA lo conferma

Cellulari aumentano il rischio di tumori per quanto riguarda glioma e schwannoma, a sostenerlo un nuovo studio condotto negli USA.

Cellulari aumentano rischio tumori, studio USA lo conferma

Le radiazioni emesse dai cellulari aumentano il rischio di sviluppare tumori. Queste le conclusioni a cui sono giunti, dopo circa 2 anni e mezzo dall’avvio della fase di studio (per il quale sono stati stanziati 25 milioni di dollari), i ricercatori del National Toxicology Program (NTP).

Secondo lo studio vari livelli di esposizione alle radiazioni da radiofrequenze avrebbero provocato un aumento nei tassi di manifestazione tumorale nei ratti maschi. Nello specifico l’incremento delle forme tumorali riguarderebbe il glioma, una forma di tumore maligno del cervello, e lo schwannoma del cuore, rara forma di tumore cardiaco.

Le radiazioni a cui sono stati sottoposti topi e ratti inclusi nello studio (disponibili finora i soli dati relativi ai secondi) sono state definite paragonabili a quelle a cui sono esposti gli esseri umani con i cellulari. A dichiararlo Chris Portier, ex direttore associato presso l’NTP, che ha sottolineato:

La loro reputazione è massima, se in base al loro studio ritengono che ci sia una correlazione positiva, allora ciò desta preoccupazione.

Durante nove mesi della loro vita i ratti sono stati alloggiati in speciali camere standardizzate per essere così esposti a uno specifico livello di radiazioni. Nell’arco di tale periodo ciascuno ha ricevuto un’esposizione giornaliera della durata di nove ore a radiofrequenze corrispondenti a quelle dei telefonini 2G (in uso prevalente all’inizio dello studio).

Tra i soggetti di sesso maschile che hanno ricevuto i livelli di radiazioni più alti l’incremento dei tassi di glioma è stato compreso tra il 2 e il 3%, mentre quello di schwannoma cardiaco tra il 6 e il 7%. Nessun ratto appartenente al gruppo di controllo (non esposto alle radiazioni) ha sviluppato tali tumori durante il periodo di analisi. Le femmine dei ratti non hanno mostrato, nonostante l’esposizione alle radiofrequenze, alcuna variazione rispetto ai normali tassi di manifestazione tumorale.

Gli autori dello studio affermano come la trasposizione di tali dati agli esseri umani potrebbe non essere così diretta. Tuttavia la diffusione di dispositivi in grado di produrre tali radiazioni è tale da suscitare preoccupazione e indurre a richiedere ulteriori studi per approfondire gli effetti sull’uomo:

Considerato l’estremamente ampio numero di persone che utilizza dispositivi di comunicazione senza fili, persino un incremento molto piccolo dell’incidenza di tali malattie risultanti dall’esposizione a radiazioni da radiofrequenze derivanti da tali dispositivi potrebbe avere implicazioni diffuse per la salute pubblica.

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