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I cani parlano all’uomo, lo dice la scienza

I cani parlano all'uomo: è quanto rivela una ricerca scientifica, nel sottolineare come i quadrupedi modifichino appositamente l'abbaiare.

I cani parlano all’uomo, lo dice la scienza

Fonte immagine: Pixabay

I cani parlano all’uomo, tanto da essere in grado di far comprendere ai proprietari le loro esigenze. Non sarà di certo una sorpresa per i tanti appassionati di quadrupedi, ma la conferma giunge ora da uno studio scientifico. È quanto dimostra una ricerca condotta presso la Eotvos Lorand University, un ateneo ungherese, e pubblicata sulla rivista Royal Society Open Science.

A quanto sembra, i cani assocerebbero al tono dell’abbaiare significati diversi, questi ultimi perfettamente compresi dai loro proprietari. I ricercatori hanno sottoposto 40 volontari all’ascolto di un gran numero di versi emessi da 18 differenti esemplari, registrati in situazioni diverse: la protezione del cibo, l’incontro con un individuo sconosciuto e un momento di gioco. A quanto pare, la gran parte del campione è stata in grado di identificare correttamente le necessità dell’animale, unicamente decifrando il tono udito.

In totale, il 63% dei partecipanti ha classificato correttamente le registrazioni, una proporzione che escluderebbe colpi di fortuna, poiché eventuali tentativi di indovinare la risposta esatta avrebbero prodotto percentuali di correttezza più ridotte. Non è però tutto: così come spiega Tamas Farango, uno dei ricercatori alla base dello studio, le donne dimostrerebbero maggiore abilità di comprensione degli amici a quattro zampe rispetto all’uomo:

I partecipanti hanno associato il corretto contesto ai suoni sentiti. Inoltre, le donne e i partecipanti già esperti di cani hanno segnato punteggi più elevati in questo compito.

A seguito dell’esperimento, gli esperti hanno quindi tratteggiato alcune caratteristiche comuni dall’abbaiare dei cani. Durante il gioco, gli animali producono versi brevi e intensi, fra loro poco separati. Per proteggere il cibo, invece, l’abbaiare e il ringhiare appaiono più acuti nell’intensità, mentre con gli sconosciuti si tratta di suoni squillanti, improvvisi, più aggressivi. Date queste peculiarità, i ricercatori hanno suddiviso i suoni prodotti in cinque stati emotivi: aggressività, paura, disperazione, felicità e giocosità.

Questi stati emotivi sono stati quindi presentati ai volontari, i quali hanno nuovamente classificato le registrazioni in base alla scala, ottenendo punteggi eccellenti. Emerge, tuttavia, un’ulteriore caratteristica: in relazione al contesto, i cani possono modificare il loro abbaiare per rendere la comprensione del proprietario più immediata. Ad esempio, in caso d’incontro con uno sconosciuto e successiva paura, gli animali potrebbero esasperare l’abbaiare, per catturare le attenzioni del proprietario con più velocità.

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