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Materiali isolanti: quali sono gli impieghi nella bioedilizia

I materiali isolanti sono fondamentali per la progettazione di un nuovo edificio o, ancora, per la ristrutturazione di uno già esistente. Soprattutto se si decide di scegliere le regole della bioedilizia, una disciplina che prevede di ridurre il più possibile sia l'impatto ambientale degli edifici che l'uso di materiali potenzialmente dannosi per le persone. Ma quali sono i più diffusi materiali isolanti elettrici, termici e acustici impiegati proprio in bioedilizia?

Materiali isolanti: quali sono gli impieghi nella bioedilizia

Fonte immagine: Pexels

I materiali isolanti sono fondamentali nella costruzione di case ed edifici, soprattutto se si seguono i dettami della bioedilizia: un buon isolamento termico, elettrico ed acustico aiuta, infatti, a limitare i consumi e ridurre l’impatto della costruzione sull’ambiente.

Ma quali sono i materiali isolanti più diffusi, quali sono le loro funzioni e come vengono impiegati proprio all’interno della bioedilizia?

Prima di cominciare, è innanzitutto utile ricordare cosa sia la bioedilizia. Questa corrente architettonica e multidisciplinare nasce per trovare nuovi metodi di costruzione di edifici che non siano solo a basso impatto ambientale, ma anche non dannosi per l’uomo e per la sua salute.

Si basa quindi sull’utilizzo di risorse perlopiù naturali e possibilmente di produzione locale, spesso di riciclo o riciclabili, non trattate chimicamente per evitare contaminazioni dannose. Di seguito, tutte le informazioni utili.

Bioedilizia: cosa è un materiale isolante

Asse in legno

In linea generale, si può definire un materiale isolante come un prodotto dalla bassa conduttività termica, elettrica o acustica. Sul fronte della progettazione e della costruzione di un edificio, si tratta quindi di strutture in grado di fungere da barriera o da filtro agli agenti esterni, per raggiungere diversi scopi:

  • limitare la dispersione del calore dall’interno degli ambienti all’esterno;
  • ridurre l’impatto delle condizioni atmosferiche esterne sul riscaldamento o il raffreddamento degli ambienti;
  • migliorare l’efficienza energetica per abbattere i consumi;
  • limitare l’impatto del rumore sugli spazi di vita domestici oppure lavorativi.

Esistono oggi le più svariate tipologie di materiali isolanti, sia di origine naturale che sintetica. Non tutti possono essere utilizzati all’interno della bioedilizia, poiché devono essere presenti alcune caratteristiche:

  • origine possibilmente naturale, per ridurre l’impatto ambientale sulla costruzione e garantire il massimo della biodegradabilità al termine del loro ciclo di vita;
  • disponibilità il più possibile locale, sia per ridurre il loro impatto ambientale in termini di trasporto che per inserirsi senza conseguenze sull’ecosistema, evitando l’introduzione di materiali e sostanze non autoctone;
  • assenza di trattamenti chimici, come ad esempio verniciature, che possano risultare nel tempo dannose sia per l’ambiente che per le persone.

Bioedilizia: i materiali isolanti elettrici

Materiali isolanti elettrici

La scelta dei materiali isolanti elettrici è fondamentale per la progettazione di un nuovo edificio, poiché assolvono a funzioni di primaria importanza sia per la stabilità della costruzione stessa che per la sicurezza della persone. Questi prodotti nascono infatti per scopi irrinunciabili, quali:

  • evitare il trasferimento per contatto dell’energia elettrica alle persone che abitano gli ambienti, dato il pericolo di conseguenze molto gravi per la salute;
  • evitare il contatto diretto tra varie componenti elettriche, che potrebbero determinare un corto circuito;
  • evitare le dispersioni di energia, che potrebbero avere un impatto molto elevato sui consumi e sull’ambiente.

Poiché quello degli isolanti elettrici è un ambito molto delicato, poiché attiene soprattutto alla sicurezza sia degli edifici che delle persone, vi sono normative estremamente rigide da rispettare. Anche nel campo della bioedilizia, di conseguenza, si dovrà comunque far ricorso a soluzioni non sempre di facile smaltimento o di origine naturale, come ad esempio i materiali plastici.

Isolanti elettrici di origine plastica

Così come già accennato, anche all’interno della bioedilizia si dovranno utilizzare degli isolanti elettrici non sempre di origine naturale o di facile smaltimento. Questo perché, sia per questioni definite dalla legge che di opportunità, oggi sono soprattutto i prodotti di derivazione plastica a garantire le maggiori performance in termini di isolamento elettrico. Ma quali sono i più diffusi?

All’interno delle abitazioni, l’isolante elettrico più diffuso è sicuramente il polietilene: è una resina termoplastica, di natura vinilica, morbida, malleabile e adatta alla manipolazione. Viene impiegato soprattutto per la produzione di nastri isolanti e guaine per la copertura dei cavi elettrici, grazie anche alla sua grande flessibilità e alla buona resistenza termica.

Oltre al polietilene, si impiegano anche altre tipologie di plastica e suoi derivati – dal PVC al PET – per la produzione di canaline, scatole di derivazione, fascette elettriche e molto altro ancora.

Quando l’impiego di questi materiali si rivela indispensabile anche in bioedilizia, si tende comunque a utilizzare materiali provenienti dal riciclo, sempre allo scopo di ridurre l’impatto della costruzione sull’ambiente.

Isolanti elettrici di origine naturale

Certamente, non mancano i materiali di origine naturale dalla bassa conduttività elettrica e, di conseguenza, ottimi anche per l’impiego in bioedilizia. Fra i più utilizzati, si segnalano:

  • il vetro, spesso scelto per separare le intersezioni di cavi multipli;
  • la ceramica, uno dei materiali in assoluto dalla più bassa conduttività elettrica, utilizzato di frequentemente per l’alta tensione e gli alti voltaggi.

Bioedilizia: i materiali isolanti termici

Isolanti termici, lana di roccia

Nella progettazione di una nuova costruzione, è naturalmente fondamentale raggiungere il miglior isolamento termico possibile. In termini molto semplici, si tratta di evitare la dispersione di calore dall’interno degli ambienti all’estero.

E viceversa, limitare l’impatto degli agenti atmosferici esterni sulla termoregolazione degli ambienti dell’edificio. Un buon isolamento termico, permette di raggiungere due importanti obiettivi:

  • limitare i consumi energetici dell’edificio;
  • ridurre l’impatto della costruzione sull’ambiente.

Rispetto agli isolanti termici, in bioedilizia la scelta di isolanti termici di origine naturale è decisamente elevata, tanto che su questo fronte non è difficile né utilizzare soluzioni di riciclo che mirare all’impatto zero. Anche in questo caso, oltre a prodotti naturali e possibilmente biodegradabili, utile è scegliere materiali autoctoni per ridurre sia i costi di trasporto che il peso sugli ecosistemi locali.

I principali isolanti termici

Ma quali sono i principali isolanti termici utili in bioedilizia e per quali applicazioni vengono impiegati? Le alternative di certo non mancano e fare una lista esaustiva non è semplice, tuttavia si possono elencare i più diffusi:

  • sughero: rappresenta un ottimo isolante sia termico che acustico, viene impiegato sia per i rivestimenti interni dell’edificio che per quelli esterni, ad esempio per la predisposizione di cappotti termici;
  • fibra di legno: si tratta di uno speciale materiale ricavato dalla lavorazione degli scarti del legno, come ad esempio la segatura, che offre una buona resistenza e un’elevata capacità sia di evitare le dispersioni di calore che di attutire i rumori. Viene spesso impiegato nei pavimenti e nei controsoffitti;
  • lana di roccia: ottenuta dal trattamento ad alta temperatura di minerali di origine vulcanica, è utilizzata nei rivestimenti delle pareti e dei sottotetti, sia per evitare la dispersione del calore che per aumentare la protezione degli edifici dal rischio incendi. La lana di roccia resiste infatti anche a temperature altissime, superiori ai 1.000 gradi;
  • altre fibre naturali: dalla fibra di vetro a quella di cocco, passando per la canapa e molte altre. Le fibre vegetali possono essere scelte per rivestimenti di pareti, soffitti e pavimentazioni, per riempire gli spazi vuoti delle intercapedini e per rafforzare il profilo di finestre e porte.

Bioedilizia: i materiali isolanti acustici

Sughero

Infine, nella progettazione di un nuovo edificio è necessario anche valutarne il profilo acustico, per garantire il massimo del comfort alle persone che abiteranno quegli ambienti. Innanzitutto, si procedere per limitare o bloccare l’inquinamento acustico proveniente dall’esterno, come ad esempio il rumore del traffico stradale.

Dopodiché, si cerca di ridurre il disturbo sonoro generato all’interno degli stessi ambienti, ad esempio fra una stanza e l’altra oppure fra appartamenti adiacenti.

In linea generale, si annoverano due grandi gruppi di materiali isolanti acustici:

  • fonoassorbenti: evitando il ribalzo delle onde sonore all’interno di un ambiente, sia per migliorare la performance sonora dell’ambiente stesso – si pensi a uno studio di registrazione – sia per evitarne la dispersione all’esterno;
  • fonoisolanti: evitano che suono e rumore esterni possano disturbare la quiete interna all’edificio e, ancora, che i rumori prodotti all’interno dell’abitazione si trasferiscano fra stanze o appartamenti diversi.

I principali isolanti acustici

Anche in questo caso, le soluzioni naturali per la bioedilizia sono le più disparate, per il massimo della sostenibilità ambientale. Fra i principali isolanti acustici impiegati nelle nuove costruzioni, o nelle ristrutturazioni di edifici già esistenti, si elencano:

  • sughero: completamente bioedegradabile, aiuta ad attutire suoni molto alti, superiori ai 100 decibel;
  • legno e derivati: ha un’ottima performance acustica e un ridottissimo impatto ambientale, poiché completamente biodegradabile e riciclabile. Può arrivare ad attutire rumori anche superiori ai 120 decibel;
  • fibre vegetali: lino, lana, canapa e fibra di cellulosa vengono spesso impiegati per aumentare il profilo acustico delle stanze, ad esempio come rivestimento di aree irregolari e non trattabili con sughero e legno. È il caso, ad esempio, delle intercapedini.

 

Fonti

  • Architettura sostenibile e bioedilizia – Wikipedia;
  • 7Green insulation types for new and existing buildings – Buildings.com.

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