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Biocarburanti e plastica dalla lignina grazie a nuovo metodo

La lignina grazie all'aggiunta di formaldeide potrà essere utilizzata per produrre biocarburanti e plastica.

Biocarburanti e plastica dalla lignina grazie a nuovo metodo

Gli scarti della produzione dei biocarburanti potranno essere recuperati per creare nuovi biocombustibili e plastica ecologica grazie a una nuova tecnica messa a punto dai ricercatori della Ecole Polytechnique Fédérale di Losanna. Gli scienziati svizzeri hanno inventato un metodo per recuperare la lignina, una catena di molecole che si trova nel legno e che solitamente viene scartata nella produzione di biocarburanti.


Grazie all’aggiunta di formaldeide la lignina potrà essere utilizzata per produrre biocarburanti e altre sostanze chimiche da destinare a usi industriali. Per ridurre la dipendenza dai fossili è importante ricavare i carburanti dalle piante in modo più efficiente e competitivo.

Molte biomasse non commestibili, dagli alberi all’erba alle alghe, contengono zuccheri che possono essere fermentati per produrre carburante. Le biomasse contengono anche la lignina, un polimero organico complesso che rende rigidi e resistenti i tronchi e la corteccia degli alberi.


La lignina è difficile da lavorare, per questo oggi sviene scartata nel processo produttivo dei biocarburanti. Gli scienziati dell’EPFL sono riusciti a sfruttarla aggiungendo una sostanza chimica comune ed economica, la formaldeide. Il nuovo metodo, descritto sulla rivista Science, è riuscito a convertire fino all’80% della lignina in molecole utili per produrre biocarburanti e plastiche.

I ricercatori hanno già avanzato una richiesta di brevetto per la tecnologia e sostengono che possa essere già applicata su scala industriale. Il nuovo metodo potrebbe rivoluzionare l’industria dei biocarburanti, perché la lignina è un elemento presente in abbondanza in natura.

Il polimero compone quasi un terzo della biomassa vegetale. Grazie alla particolare struttura molecolare la lignina possiede una densità energetica superiore del 30% a quella degli zuccheri usati comunemente nella produzione di biocarburanti.

La sua instabilità finora l’aveva resa inutilizzabile, ma l’aggiunta della formaldeide ha risolto il problema, evitando la distruzione del polimero nel processo di estrazione. I ricercatori sperano che il Governo e gli investitori privati decidano presto di finanziare un impianto pilota per testare il nuovo metodo su scala industriale.

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