Greenstyle Casa & Giardino Orto & giardino Piante Arnica e artiglio del diavolo: proprietà e differenze

Arnica e artiglio del diavolo: proprietà e differenze

L'arnica e l'artiglio del diavolo sono due potenti antidolorifici naturali, tuttavia presentano alcune differenze sostanziali: ecco le caratteristiche.

Arnica e artiglio del diavolo: proprietà e differenze

Fonte immagine: Foto di Ra La da Pixabay

Quando si parla di arnica e artiglio del diavolo si fa riferimento a due apprezzati rimedi naturali. Entrambi risultano piuttosto efficaci nei rispettivi ambiti di utilizzo. Malgrado alcune credenze comuni non si tratta di soluzioni intercambiabili, ma di elementi con una loro specifica area di intervento.

Certamente può capitare che risultino utilizzabili per trattare la stessa problematica, ma esistono delle differenze che è bene conoscere. A cominciare da quelle che sono le rispettive caratteristiche e proprietà.

Arnica e artiglio del diavolo: caratteristiche

Innanzitutto vediamo quali sono le caratteristiche di queste due piante e le aree climatiche ideali. A quali famiglie appartengono? Da cosa è possibile riconoscerle?

Arnica, caratteristiche

L’arnica è una pianta appartenente alla famiglia delle Ateraceae, ed è l’unico esemplare a far parte del sottogruppo noto come Arnicinae. Si tratta di una specie spermatofita, la cui varietà più nota è senza dubbio l’arnica montana.

Tratti distintivi dell’arnica sono i fiori gialli, dalla forma simile a quella delle margherite, e l’altezza, solitamente compresa tra i 30 e i 60 centimetri. Le foglie sono sia a forma lanceolata che ovale, distribuite differentemente a seconda della posizione: a forma di rosetta alla base e a coppie opposte nella parte alta della pianta.

Caratteristiche dell’artiglio del diavolo

L’artiglio del diavolo è una pianta perenne la cui crescita è guidata dal suo strisciare lungo il terreno. I suoi fiori sono di color porpora, risultando molto appariscenti. Il suo nome botanico è Harpagophytum procumbense e talvolta viene nominato anche come Arpagofito.

Presenta una radice tuberosa da cui a sua volta diramano radici secondarie a bulbo. I suoi frutti sono legnosi e dalle punte ricurve a uncino, forma che è valsa alla pianta l’appellativo di artiglio del diavolo.

Arnica, fiori

Dove si trovano queste piante?

L’arnica vive bene in un clima temperato come quello mediterraneo, anche perché non sopporta il caldo intenso. Ciò l’Italia un’area ideale per la sua crescita spontanea, soprattutto nelle zone collinari o montante.

L’artiglio del diavolo ama crescere in zone molto diverse da quelle apprezzate dall’arnica montana. Il suo luogo d’origine è l’Africa del sud, in particolare nella parte meridionale del Botswana, nella regione del Kalahari, nelle regioni poste sud-est entro i confini della Namibia, nella provincia del Sudafrica nota come Northern Cape e in Madagascar.

Coltivazione

Prediligendo due climi piuttosto differenti tra loro l’arnica e l’artiglio del diavolo hanno bisogno di attenzioni peculiari. Per quanto riguarda l’Italia è senz’altro più agevole la coltivazione della prima, mentre il secondo richiederà diversi accorgimenti per far fronte alle difficoltà climatiche.

Come coltivare l’arnica montana

La coltivazione dell’arnica è solitamente motivata da due fattori: quello ornamentale e quello fitoterapico, con quest’ultimo generalmente più diffuso. Trattandosi di una pianta dalla discreta capacità di adattamento, la sua crescita potrà avvenire senza particolari problemi sia in giardino che in vaso.

Partiamo dal terreno, per il quale non sarà necessario rispettare particolari specifiche. Malgrado questo è bene sottolineare che un terriccio altamente drenante (meglio se mediamente acido e sabbioso) risulterà molto gradito a questa pianta. Particolare da tenere a mente soprattutto se la coltivazione avverrà in vaso.

Prima di procedere con la semina o con la messa a dimora (in caso di riproduzione per talea), il terreno del giardino dovrà essere oggetto di una blanda zappatura. Se in vaso occorrerà realizzare all’interno un “tappeto” di cocci e ghiaia, per favorire il deflusso dei liquidi, sopra il quale andrà posizionato il terriccio mediamente sabbioso e acido.

La semina può avvenire anche direttamente in dimora se operata tra la primavera e l’estate, mentre se effettuata tra l’estate e l’autunno è consigliato l’utilizzo di un semenzaio. Non necessita di concime, ma utilizzandolo si possono ottenere risultati migliori. Dal punto di vista dell’irrigazione non richiede particolari cure se piantata in giardino, mentre dovrà essere annaffiata un paio di volte a settimana se in vaso.

Dal punto di vista dei parassiti è una pianta capace di difendersi praticamente da sola, ma in caso fosse necessario è possibile ricorrere ad alcuni rimedi naturali. Richiede altri tipi di manutenzione come ad esempio la rimozione delle erbe infestanti.

Artiglio del diavolo
Fonte: Foto di Björn Landmesser da Pixabay

Artiglio del diavolo, come si coltiva

Per la coltivazione dell’artiglio del diavolo è bene disporre di terreni particolarmente sabbiosi, oltre a una fetta di giardino da rendere “non calpestabile”. Questo perché come detto la pianta tende a svilupparsi strisciando sul terreno, quindi per vie orizzontali.

Tale caratteristica potrebbe risultare dolorosa per i propri amici a quattro zampe, che corrono il rischio di pungersi con i suoi uncini: se presenti cani o gatti in casa è bene valutare con attenzione l’opportunità di coltivare questa specie vegetale.

Deve essere messa a dimora in luoghi al riparo dalle gelate notturne o invernali, oltre che facilmente irrigabili durante il periodo estivo. Richiesta anche una buona esposizione al sole durante tutto l’anno.

Proprietà

L’arnica presenta al suo interno flavonoidi, tannini e sostanze amare note come lattoni sesquiterpeni (ad esempio l’elenalina). Particolarmente apprezzate sono le proprietà derivate dai suoi oli essenziali.

I principali componenti dell’artiglio del diavolo sono gli iridoidi (concentrazione compresa tra lo 0,5 e il 3%), i fitosteroli, i flavonoidi, gli acidi fenoli, i triterpeni e i diterpeni.

Arnica e artiglio del diavolo: benefici

Passiamo ora ai benefici offerti da queste due piante, valutando inizialmente quelli in comune. A cominciare dall’azione antinfiammatoria, che seppure a differenti livelli caratterizza entrambi questi rimedi naturali.

Presentano in comune anche un più o meno intenso effetto analgesico, utilizzato come di consueto per il trattamento del dolore.

Differenze tra arnica e artiglio del diavolo

Malgrado questi elementi di similitudine si tende spesso a preferire l’impiego dell’una piuttosto che dell’altro a seconda del disturbo da trattare. Ecco le indicazioni principali in tal senso:

Arnica

  • Traumi;
  • Contusioni;
  • Ematomi;
  • Punture di insetto;
  • Labbra screpolate.

Artiglio del diavolo

  • Tendiniti;
  • Dolore anche cronico;
  • Sciatica;
  • Mal di schiena;
  • Artrite reumatoide.

Alcune fonti indicano inoltre l’artiglio del diavolo come un possibile rimedio contro il colesterolo alto. Data la presenza di possibili controindicazioni legate a un utilizzo a lungo termine si preferisce rimandare ad altri rimedi naturali.

Arnica contro acne e brufoli

L’arnica è utilizzata spesso anche come rimedio naturale per combattere l’acne e i brufoli. A confermarlo il Centro di Medicina dell’Università del Maryland, che indica come benefica l’azione antibatterica di questa pianta.

Secondo gli studiosi statunitensi il rimedio naturale risulterebbe efficace soltanto se utilizzato sotto forma di pomate e unguenti con concentrazione tra il 20 e il 25%. In particolare, l’arnica contrasterebbe la proliferazione dei batteri che si annidano negli accumuli di sebo e pelle morta all’interno dei follicoli piliferi.

Crema

Come si usano

Un’altra grande differenza tra arnica e artiglio del diavolo è rappresentata dalle modalità di utilizzo. Per quanto riguarda la prima l’assunzione può avvenire soltanto per via esterna, mentre ne è assolutamente sconsigliato il consumo per via orale in quanto risulterebbe tossica per l’organismo umano.

Diverso il discorso riguardante l’artiglio del diavolo, che oltre a poter essere utilizzato per la produzione di creme, pomate e unguenti si adatta anche al consumo per via orale. Di seguito un piccolo schema riassuntivo:

  • Arnica – creme, unguenti, pomate (a base di tintura madre e oleolito di arnica);
  • Artiglio del diavolo – pomate, creme, unguenti, infusi.

Pomata all’arnica, ricetta e come prepararla

Gli ingredienti per preparare una pomata all’arnica sono i seguenti:

  • 80 g di oleolito di arnica in olio di vinacciolo;
  • 12 g di cera di soia (non OGM) o di mimosa;
  • 8 ml di tintura madre di arnica;
  • 30 gocce di olio essenziale di canfora;
  • 30 gocce di olio essenziale di lavanda.

Per quanto riguarda la ricetta occorre innanzitutto scaldare a bagnomaria l’oleolito di arnica e la cera (acqua a non più di 70 gradi). Una volta che la cera di sarà sciolta del tutto si potranno aggiungere gli oli essenziali, mescolando per circa 2 minuti.

Far freddare per 3 minuti e versare il preparato in un vasetto, prima che diventi solida. Quando raffreddata completamente il vasetto potrà essere chiuso ermeticamente. La durata naturale del prodotto è di circa due anni.

Chi vorrà ottenere da sé la tintura madre dovrà semplicemente versare 100 ml di alcol a 60° in un vasetto di vetro e aggiungere 10 grammi di fiori di arnica. Lasciare macerare per due settimane, trascorse le quali il contenuto andrà filtrato e versato in una boccetta di vetro scuro munita di contagocce.

Per l’oleolito di arnica occorreranno 50 g di fiori di arnica e 500 ml di olio vinacciolo. Versare il tutto in un barattolo di vetro ed esporre alcune ore al giorno al sole, lasciando macerare per un mese. Trascorso tale periodo rimuovere i fiori e strizzarli per ottenere quanto più prodotto possibile. Il contenitore chiuso dovrà essere conservato in un luogo fresco e asciutto.

Infuso di artiglio del diavolo

Gli ingredienti per la preparazione di un infuso di artiglio del diavolo possono essere acquistati direttamente in erboristeria. In tal caso si raccomanda di seguire le istruzioni specifiche fornite insieme al preparato.

Qualora si disponesse della radice secca sminuzzata si potrà preparare anche autonomamente in casa. Basteranno un paio di cucchiai lasciati in infusione per 20 minuti in 500 ml di acqua bollente. Trascorso tale periodo di tempo diluire in ulteriori 500 ml e consumare nell’arco di 4 o 5 volte durante la giornata.

Controindicazioni

Esistono varie controindicazioni per questi due rimedi naturali, da tenere nella dovuta considerazione per un utilizzo sicuro ed efficace. A cominciare dalla già citata impossibilità di consumare per via orale l’arnica.

In comune ai due rimedi vi sono controindicazioni quali il divieto di utilizzo se sottoposti a terapie a base di farmaci anticoagulanti o durante la gravidanza e l’allattamento.

Arnica e controindicazioni

Oltre al divieto di consumare l’arnica per via orale, a causa della tossicità di alcune componenti, ecco altre possibili controindicazioni:

  • Possibili irritazioni cutanee, anche di tipo allergico;
  • Non applicare su ferite o lacerazioni della pelle.

Quando non usare l’artiglio del diavolo

Dopo aver affrontato le controindicazioni relative all’arnica ecco le indicazioni su quando non usare l’artiglio del diavolo:

  • Da evitare durante la gravidanza (può stimolare le contrazioni uterine) e l’allattamento;
  • Sconsigliato per chi soffre di gastriti (può irritare le mucose gastriche);
  • Evitare l’utilizzo in abbinamento a farmaci antinfiammatori, anticoagulanti, cortisonici;
  • Non adatto a chi soffre di patologie epatiche o cardiovascolari;
  • Sospendere il trattamento in caso di reazioni cutanee o eccesso di acidità di stomaco.

Seguici anche sui canali social

Ti potrebbe interessare

Xylella fastidiosa: cos’è e quali piante colpisce
Piante

Forse non tutti sanno che la Xylella fastidiosa non colpisce solamente gli olivi. Ecco le piante interessate e i sintomi di questa grave patologia che mette a rischio non solo la produzione di olio d’oliva, ma anche la sopravvivenza degli ulivi secolari