Greenstyle Casa & Giardino Orto & giardino Giardinaggio Alchechengi: coltivazione e cura

Alchechengi: coltivazione e cura

Come far crescere rigogliose le piante di Alchechengi, meglio note come lanterne cinesi: consigli per la coltivazione e la cura periodica.

Alchechengi: coltivazione e cura

Fonte immagine: Pixabay

Conosciuta con il nome di Alchechengi, ma anche come pianta delle lanterne cinesi, Winter cherry e altri nomi, la Physalis Alkekengi appartiene alla famiglia delle Solanacee ed è originaria sia dell’Europa sia dell’Asia.

È una pianta erbacea perenne usata per finalità decorativa ma anche per scopi alimentari, tanto che è possibile coltivarla autonomamente nei giardini e nell’orto. In Italia è possibile trovare l’Alchechengi spontanea in varie zone del Centro e del Nord, sia in pianura sia in collina fino ai mille metri. Si caratterizza per una radice rizomatosa che le consente di sopravvivere anche alle basse temperature e può spingersi in altezza che sfiora i 70 centimetri, dimensione che raggiunge nell’arco di un anno o di un biennio.

Caratteristiche

Alchechengi

Questa pianta, molto longeva, ha foglie verdi triangolari e fiori bianchi campanulati, mentre i suoi frutti sono caratterizzati da bacche rotonde di colore rosso, con un diametro di circa un centimetro e mezzo, contenute all’interno di calici rossi abbastanza trasparenti la cui forma ricorda molto quella tipica delle lanterne cinesi.

I semi sono contenuti dentro le bacche e sono molto numerosi, di dimensioni minime e di colore giallo paglierino. L’unica parte commestibile dell’Alchechengi sono le bacche purché giunte a completa maturazione, usate anche per la preparazione di confetture. Le parti verdi, invece, non devono essere ingerite in quanto possono generare vari disturbi di carattere gastrointestinale.

Coltivazione

Alchechengi

Per coltivare l’Alchechengi è necessario disporre di uno spazio luminoso ma esporre la pianta a diretto contatto con il sole non è molto indicato, meglio optare per una zona ombreggiata e scegliere un terreno misto e sufficientemente drenato.

Per quanto riguarda la coltivazione in vaso, le dimensioni non particolarmente grandi consentono questa tipologia di coltura purché venga garantito il rinvaso almeno ogni due anni. Le concimazioni, invece, devono essere effettuate ogni due anni se le piante sono coltivate a terra, mentre per gli Alchechengi in vaso è preferibile una cadenza annuale usando un concime decomposto ricco di potassio e a lenta cessione.

La messa a dimora delle piante di Alchechengi, invece, dovrebbe essere effettuata nei mesi primaverili per ottenere una fioritura durante il periodo estivo.

Cure

Alchechengi

Le piante di Alchechengi devono essere sottoposte a innaffiature in modo regolare per garantire al terreno un’umidità costante, senza tuttavia eccedere con l’apporto di acqua a meno che non ci si trovi in periodi di particolare calura estiva e di siccità. L’ora ideale per procedere con l’innaffiatura è la tarda serata.

L’Alchechengi non richiede cure particolari durante i mesi invernali, resistendo bene anche alle temperature molto rigide. Allo stesso tempo, tuttavia, è indispensabile procedere con una corretta eliminazione dei rami secchi e con il monitoraggio delle radici, particolarmente invadenti. Uno dei rischi maggiori, inoltre, è dato dall’elevata capacità di autopropagazione della pianta che tende a infestare il terreno circostante.

Una particolare attenzione deve essere riservata al controllo degli insetti infestanti, in grado di compromettere la salute di questo tipo di piante: dagli afidi al ragnetto rosso, dalla Leptinotarsa juncta all’Altica. Quest’ultimo parassita, ad esempio, può produrre lesioni di forma tondeggiante alle foglie.

Seguici anche sui canali social

Ti potrebbe interessare

Pungitopo: la coltivazione della pianta invernale
Giardinaggio

Il pungitopo è una delle piante ornamentali e invernali più diffuse, poiché viene scelto per creare splendide decorazioni natalizie. Tuttavia spesso viene confuso con l’agrifoglio e, fatto non meno importante, non sempre è possibile raccoglierlo in natura: in diverse Regioni questa pratica è infatti vietata. Tuttavia, il pungitopo può essere anche facilmente coltivato: si tratta infatti di una pianta adattabile e resistente al freddo.